Macchi Venegono, l’azienda replica: “Nessuno costretto a mangiare in postazione o per terra”

La settimana scorsa i lavoratori avevano scioperato per chiedere di riaprire la trattativa sulla questione servizio mensa. La dirigenza: “Discussione da rinviare ai prossimi mesi, per affrontarla insieme ad altri temi”

Lo sciopero della settimana scorsa dei lavoratori Macchi

Lo sciopero della settimana scorsa dei lavoratori Macchi

Venegono Inferiore – Vertenza sulla mensa della Macchi, arriva la risposta dell’azienda ai lavoratori. 

Il rimedio individuato

“Stante l’oggettiva indisponibilità di spazi all’interno dell’azienda da dedicare alla consumazione dei pasti – si legge in una nota firmata dall’amministratore delegato Fausto Macchi – la nostra società ha stipulato da anni apposite convenzioni con locali della zona garantendo in tal modo la possibilità a tutti i lavoratori di pranzare con un limitato contributo economico”.

Quando, con la pandemia, gli esercizi pubblici sono stati temporaneamente chiusi, date anche le limitazioni alla mobilità, si è dovuto trovare una soluzione che permettesse ai lavoratori di godere della pausa pranzo. “La società – prosegue ancora il comunicato – in via eccezionale ebbe a concedere una deroga al generale divieto di consumare pasti in azienda, sia pure nel rispetto di stringenti procedure al fine di assicurare un pieno rispetto delle normative e dei protocolli legati al contrasto al Covid 19, anche autorizzando servizi di catering”.

La richiesta dei lavoratori

Successivamente, con l’addio alle limitazioni Covid, fanno sapere dall’azienda “su richiesta dei medesimi lavoratori, è stato deciso di continuare a mantenere almeno per il momento il sistema in essere, consentendo quindi ai dipendenti, a loro scelta, di recarsi presso i locali convenzionati ovvero di consumare il pranzo in azienda”. Nessuno, quindi, precisano dalla Macchi, è costretto a mangiare in postazione o seduto per terra, anche perché se così fosse verrebbero violate le normative in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro. 

“La nostra società – prosegue l’alto dirigente – ha sempre avuto una massima attenzione al rispetto di tutte le normative in tema di igiene e sicurezza sul luogo di lavoro, operando proficuamente in concerto sia con i lavoratori che con le organizzazioni sindacali, come da queste stesse in passato riconosciuto. Da anni l’azienda ha imboccato un percorso di dialogo e coinvolgimento costruttivo del sindacato su molte questioni ed ha mantenuto una particolare attenzione nel venire incontro alle esigenze di tutti i lavoratori, tanto è vero che la società è più volte intervenuta con erogazioni liberali volte a risolvere particolari esigenze o problematiche”.

I termini dell’attuale vertenza

I vertici dell’azienda dicono la loro anche sui termini dell’attuale confronto legato – anche, ma non solo – all’assenza di uno spazio mensa. “L’attuale vertenza – è la chiosa di Macchi – trova origine nella richiesta sindacale di sostituire il sistema in essere delle convenzioni con esercizi della zona con l’erogazione di un ticket restaurant del valore di 8 euro giornaliero, a fronte della quale la posizione aziendale è stata semplicemente quella di richiedere di rinviare la discussione ai prossimi mesi quando si dovranno in modo organico trattare anche altre tematiche afferenti il costo del lavoro, come ad esempio il rinnovo del premio di risultato per il triennio 2024 – 2026”.