Lavoro, focus sui metalmeccanici: per le donne più part time e stipendi più leggeri

La ricerca di Fiom Cgil ha preso in esame 51 aziende con almeno 50 dipendenti per un totale di 19mila lavoratori, il 40% delle tute blu di tutta la provincia

Giovanni Cartosio segretario generale Fiom Cgil Varese e Gaia Angelo funzionario del sindacato

Giovanni Cartosio segretario generale Fiom Cgil Varese e Gaia Angelo funzionario del sindacato

Varese, 11 luglio 2023 – Dalle qualifiche ai tempi di lavoro, dalle retribuzioni ai premi di produttività con un raffronto tra lavoratrici e lavoratori. Sono i temi al centro di una ricerca della Fiom Cgil di Varese sul comparto metalmeccanico. Dall’analisi dei dati relativi all’anno 2021, emergono le tante differenze che ancora resistono tra uomini e le donne. Come l’occupazione con contratto part time, fortemente polarizzata per genere. Riguarda infatti il 16% delle donne occupate e solo l’1% degli uomini.

La ricerca è stata condotta su 51 aziende metalmeccaniche della provincia di Varese, quelle con almeno 50 dipendenti. Rientrano nell’analisi anche i tre grandi gruppi a livello locale: Bticino, Leonardo e Whirlpool. Un campione significativo: circa il 40% del totale dei metalmeccanici della provincia. Nelle aziende analizzate la componente femminile rappresenta poco meno del 23% degli occupati.

Dalla ricerca emerge inoltre che le donne sono pagate meno degli uomini. Le differenze diminuiscono tra chi ricopre un ruolo direttivo (5% tra i dirigenti e 19% tra i quadri) e salgono al 23% tra gli impiegati e al 22,5% tra gli operai. Nei tre gruppi nazionali le differenze retributive tra uomini e donne sono meno marcate in tutte le qualifiche (17% tra gli operai, 9% per gli impiegati e 8% per i quadri), tranne che per i dirigenti (11%).

«La ricerca conferma che c’è ancora molto da lavorare sulla strada delle pari opportunità – commenta Gaia Angelo della segreteria della Fiom di Varese – La lotta per la parità di genere dev’essere portata avanti da entrambi i sessi". Guardando alle forme contrattuali, la ricerca dice che l’occupazione con contratti precari non presenta un disallineamento di genere ma di qualifica: è il 15% tra gli operai e il 3,5% tra gli impiegati. Lo straordinario è limitato e prevalentemente maschile: 63 ore annue pro capite gli uomini e 22 le donne.

Chiara polarizzazione di genere anche nell’uso dei congedi di maternità-paternità e parentali: le donne che li usano sono il 4,5%, gli uomini l’1,4. Quindi le retribuzioni: il lordo a nnuo è in media di 28mila euro per gli operai, 40mila per gli impiegati, 71mila per i quadri e 136mila per i dirigenti. "Sono retribuzioni più dignitose di altri settori", sottolinea il segretario generale della Fiom Cgil Varese Giovanni Cartosio.