La storia da manuale della Lu-Ve di Uboldo, l’azienda che raffredda il mondo

Iginio Liberali, all'epoca manager della Merloni con il sogno di fare l'imprenditore, nel 1986 ha rilevato un'azienda in crisi e ne ha fatto un caso di successo

Iginio Liberali, presidente della Lu-Ve

Iginio Liberali, presidente della Lu-Ve

Uboldo (Varese), 5 dicembre 2018 - «Lborsa di studio è stata fondamentale non solo per l’aspetto economico, ma soprattutto per la possibilità di restare un mese all’anno in azienda. Così ho potuto guardare dentro alla fabbrica». Decenni prima che in Italia si parlasse di alternanza scuola lavoro, sono state proprio le esperienze nei diversi settori aziendali a formare Iginio Liberali, classe 1931. Figlio di un operaio, giovane dirigente in Merloni, ha realizzato il sogno di diventare imprenditore con la Lu-Ve. Uno dei maggiori costruttori mondiali nel settore degli scambiatori di calore. L’azienda, con sede alle porte di Uboldo, in provincia di Varese, conta oggi 11 unità produttive (6 all’estero: in Repubblica Ceca, Polonia, Svezia, Russia, Cina e India), oltre 2.500 dipendenti (di cui 800 in Italia) un fatturato aggregato di 270 milioni di euro (80% all’estero in 100 Paesi) con una crescita media annua del 9%.

I prodotti Lu-Ve hanno diverse applicazioni dalla gestione della catena del freddo alla climatizzazione di grandi strutture, dal condizionamento di precisione a quello dei mezzi di trasporto senza dimenticare applicazioni industriali per il raffreddamento dei processi industriali e nei grandi motori per la produzione di energia. Le tecnologie Lu-ve sono utilizzate per il condizionamento di edifici storici come il Teatro Bolshoi di Mosca e il Palazzo dell’Eliseo di Parigi, nonché per moderne strutture come la Fiera di Francoforte e il Bolshoi Ice Dome di Sochi, sede nel febbraio 2014 delle gare di hockey su ghiaccio, durante le Olimpiadi invernali. I sistemi di close control progettati e realizzati da Lu-Ve garantiscono inoltre il condizionamento di precisione delle sale operatorie in Italia e all’estero, di grandi data center e laboratori tecnologici, web farm e sale controllo come quelle del nuovo Canale di Panama e dell’aeroporto internazionale King Abdulaziz, a Gedda in Arabia Saudita

Figlio di un operaio della Necchi spa (produttrice di macchine da cucire) Liberali inizia con la borsa di studio e arriva ad essere il più giovane dirigente della società. Nel 1976 viene assunto dalla Merloni e 10 anni dopo è pronto per diventare un imprenditore: «Se alla Necchi ho imparato come funziona un’azienda – spiega Liberali - è con Vittorio Merloni che ho capito il ruolo e la mentalità dell’imprenditore». Liberali, dopo le dimissioni, trova la sua occasione a Uboldo nella Contardo, storica azienda di scambiatori di calore in fase di liquidazione. Nasce così la Lu-Ve (acronimo di lucky venture) con una delle prime operazioni di venture capital in Italia. «Non è stato un periodo semplice – racconta l’87enne ancora con vibrante entusiasmo ricordando quegli anni – ero ovviamente preoccupato per la sfida ma è questo che distingue l’imprenditore dal manager, la propensione a mettersi in gioco, a prendersi dei rischi con una regola: si può sbagliare, basta rimediare velocemente». In realtà Liberali non sbaglia un colpo e porta la Lu--Ve a moltiplicare il proprio fatturato fino alla quotazione alla Borsa di Milano nel 2017. La filosofia aziendale? Le imprese sono prima di tutto «donne, uomini ed idee» e «la materia grigia è la nostra materia prima».

Iginio Liberali istituisce borse di studio per i figli dei dipendenti e stringe, fin dagli esordi, un forte legame con il Politecnico di Milano. Oggi Lu-Ve collabora con 22 università in 13 Paesi. Ricerca, formazione ma anche la scelta di essere un’azienda green fatta in tempi in cui non era ancora una moda: «L’attenzione per l’ambiente è una delle impostazioni che hanno favorito il nostro successo», confida Liberali che la declina anche in un’altra accezione. «È un dovere ascoltare, essere partecipi e capire le realtà che circondano l’azienda dalle esigenze della comunità ai problemi e difficoltà del singolo lavoratore».

Tra i successi della Lu-Ve c’è la gestione del passaggio generazionale: oggi Iginio Liberali è il presidente mentre il figlio Matteo è amministratore delegato e l’altro figlio Fabio è responsabile della comunicazione. «Nessuno dei due voleva entrare in azienda – ricorda Liberali – Matteo voleva fare lo storico e Fabio il giornalista. Ho iscritto Matteo al test d’ingresso della Bocconi con altri suoi amici. È stato l’unico a passarlo». Da lì è arrivata la laurea, l’esperienza di lavoro in Arthur Andersen e qualche mese «in incognito» in un’azienda del gruppo. «È entrato e abbiamo iniziato a lavorare con le scrivanie una accanto all’altra. Poi è arrivato il momento, difficile per me, di lasciare lentamente ma progressivamente il potere alla nuova generazione». Un cambio realizzato anche dalla famiglia Faggioli che possiede il 19% di Lu-Ve (il 25% è affidato al mercato). Pierluigi Faggioli è ora vicepresidente mentre il figlio Michele è responsabile operativo.