
Luca Martin amministratore delegato di MV Agusta riconosce come siano serviti “grandi sacrifici” dopo la crisi del gruppo Ktm cui era legata l’azienda
Varese – In principio erano le “macchine volanti”. Correva il 1907 e il conte Giovanni Agusta, aristocratico siciliano appassionato di aeromobili, fondò a Palermo l’omonima società aeronautica. Si trasferì in Lombardia, a Cascina Costa di Samarate, e dopo le due guerre - con il tracollo dell’industria aeronautica - si passò dal cielo alla pista. Nel 1945 la famiglia Agusta creò il marchio MV “Meccaniche Verghera”. L’inizio di una storia, a volte ripida, tortuosa e dissestata, che oggi taglia il traguardo degli 80 anni. E lo fa dopo “un inverno molto freddo”. Luca Martin, amministratore delegato di MV Agusta, riconosce che “per arrivare qui abbiamo dovuto fare dei grossi sacrifici, anche perché l’implosione del gruppo KTM ci ha colto tutti di sorpresa”.
Ma “la visione della famiglia Sardarov è sempre stata quella di proseguire nel progetto di rilancio del brand. È ovvio che se prima potevamo contare su un gruppo industriale con le spalle grosse, oggi dovremo contare solo sulle nostre risorse”. Art of Mobility S.A., società controllata dai Sardarov, si è ripresa il totale controllo del Gruppo MV Agusta assicurando che il marchio di Schiranna (Varese) rimanga completamente estraneo al processo di ristrutturazione finanziaria di KTM. Certo, “il progetto sarà molto più sfidante, ma sicuramente non impossibile. Lo hanno dimostrato il lavoro e la passione di tutti i nostri collaboratori in questo inverno gelido”.
Nello storico stabilimento lavorano 220 dipendenti, mentre all’esterno sono distribuiti 219 punti vendita (destinati a diventare 270 entro fine 2025): l’anno scorso sul mercato sono state vendute 4mila moto (+116% sul 2023), con un fatturato di 80 milioni. Il 2025 doveva essere l’anno di un’ulteriore crescita, ma la crisi KTM ha ridimensionato i piani, portando la previsione ad allinearsi alla quota 2024. “Continueremo a voler portare sempre più clienti in sella – assicura Martin –. Il nostro obiettivo è arrivare a una produzione di mille esemplari al mese. È vero che siamo percepiti come un brand di lusso, ma in realtà siamo un marchio per motociclisti”.
Sulla strada, ma prima ancora sulla pista. Nel segno di una tradizione che vide in sella ‘il cinese volante’ Carlo Ubbiali, Mike Hailwood col suo stile di guida “a rana” fino a Giacomo Agostini. Nel 1965 iniziò il connubio più celebrato nella storia del motociclismo. Ancora oggi. Nonostante le stagioni societarie - l’acquisizione della statale Efim, l’arrivo della famiglia Castiglioni per una rinascita sulle rive del lago di Varese, il passaggio alla società di Timur Sardarov, l’illusione KTM e il nuovo salvataggio dell’imprenditore russo - abbiano passato gelidi sbalzi di temperatura.
E oggi, come doppio regalo di compleanno, MV non solo si regala un open day (21 e 22 giugno) agli stabilimenti di Schiranna, ma ai motociclisti da collezione mette a disposizione 82 esemplari della Superveloce 1000 Ago, dedicata proprio a Giacomo Agostini (a lui l’83esimo esemplare, per il traguardo degli 83 anni compiuti ieri). Un modello da 208 cavalli che richiama la mitica MV 500 tre cilindri del leggendario pilota bergamasco.