Come ridurre i consumi, l’azienda Spm copre l’80% dei bisogni con il fotovoltaico

L’azienda del Luinese scommette sul green e i numeri le danno ragione. Il nuovo impianto emette ogni anno 180 tonnellate in meno di Co2

Giovanni Berutti è il presidente di Spm

Giovanni Berutti è il presidente di Spm

La crisi energetica è stata la scintilla che ha fatto accelerare un processo che era già iniziato da tempo. La Spm, azienda del Luinese, ha deciso di rispondere all’aumento dei costi dell’energia con ulteriori importanti investimenti dopo quelli degli scorsi anni, con l’obiettivo di raggiungere presto un efficientamento energetico sostenibile. Tra l’installazione di nuovi pannelli fotovoltaici, la rottamazione degli impianti energivori e la costante verifica dei consumi la realtà di Brissago Valtravaglia punta sull’energia green. E i numeri danno ragione all’azienda: sono 180 le tonnellate di Co2 emesse in meno ogni anno grazie al nuovo impianto fotovoltaico.

L’installazione dei pannelli sui tetti dello stabilimento è stata completata recentemente. La potenza complessiva erogata dall’impianto è di circa 500 Kw e consente di coprire fino al 70-80 per cento dei consumi nelle giornate di sole. Il resto del fabbisogno energetico necessario alla Spm è acquistato nel mercato libero da fornitori che producono per almeno il 50 per cento mediante fonti rinnovabili.

L’obiettivo aziendale è arrivare a utilizzare il 100 per cento di energia da fonti rinnovabili – di produzione autonoma o esterna – entro il 2028. Già dal 2011 l’azienda, attiva con tre divisioni in altrettanti campi (fashion, sport e automotive) si era dotata di un impianto fotovoltaico dalla potenza di circa 100 kw. La crisi energetica dello scorso anno ha dunque accelerato gli investimenti per la produzione autonoma e le attività di riduzione dei consumi.

“Abbiamo adottato – afferma Giovanni Berutti, presidente dell’azienda – una serie di misure interne quali la regolazione automatica di accensione e spegnimento degli impianti, la riduzione dell’uso di aria compressa, l’utilizzo di una caldaia a condensazione di potenza inferiore alle precedenti, la rottamazione degli impianti energivori (le presse idrauliche sono state sostituite con presse elettriche, ndr ) e il potenziamento dell’impianto adiabatico che consente un impiego energetico dell’80 per cento in meno rispetto ai sistemi tradizionali. Tutte queste attività ci hanno permesso una riduzione dei consumi totali del 30 per cento". Investimenti cui l’anno scorso si è affiancata la costruzione di un nuovo capannone.