Rosella Formenti
Cronaca

"Una maturità penalizzata dalla didattica a distanza"

Il giudizio della presidente di commissione all’istituto Gadda Rosselli: sono mancati confronto e relazioni umane, così l’esame ne ha risentito

Un esame inedito per i maturandi, una prova vissuta in una situazione speciale con le disposizioni antiCovid da rispettare. Obbligo di mascherina, distanziamento in aula e sanificazione dell’ambiente dopo ogni colloquio. Studenti e docenti stanno vivendo un’esperienza che nessuno di loro solo pochi mesi fa avrebbe potuto immaginare: la chiusura delle scuole, la didattica a distanza per assicurare la continuità nel percorso scolastico e infine questa “maturità diversa” in cui è impegnata come presidente di commissione all’istituto Gadda Rosselli di Gallarate, Laura Vignati, docente di lettere al Liceo Scientifico Arturo Tosi di Busto Arsizio.

Professoressa, qual è la sua prima impressione riguardo la maturità post lockdown?

"Nella mia carriera di docente, sono stata in commissione d’esame 15 volte, 6 con l’incarico di presidente. Ho dunque situazioni con le quali confrontare quella di questi giorni. Particolare, speciale che dir si voglia, è una “maturità light”, definiamola così e da insegnante certo non mi soddisfa. Posso dire che purtroppo questo esame, un appuntamento importante per gli studenti, un passaggio nella loro vita, è frutto di una gestione a livello ministeriale incerta e tardiva. Voglio ricordare che fino all’ultimo non sono arrivate informazioni e indicazioni chiare. Adesso il risultato mi sembra raffazzonato, dal mio punto di vista è lo specchio della falsità della didattica a distanza. Nello stesso tempo non posso dimenticare lo sforzo fatto dagli istituti per adeguarsi alle norme. Qui al Gadda Rosselli la risposta è stata efficace, siamo in sicurezza, la scuola è ben organizzata".

Lei è critica nei confronti della didattica a distanza, perché?

"I motivi sono questi: con le lezioni da remoto manca il confronto, vero, autentico, formativo che avviene con la lezione in classe, manca la relazione umana. Inoltre per quanto riguarda i docenti consideriamo che in molti casi sono insegnanti nuovi i quali di conseguenza hanno avuto contatti con le loro classi solo per pochi mesi, prima del lockdown, un tempo davvero ridotto per conoscere i ragazzi e la didattica a distanza non ha certo aiutato a confrontarsi con i colleghi. Fattori che inevitabilmente incidono sull’esame di questi giorni, l’effetto negativo dal mio punto di vista è evidente proprio nella prova a cui sono chiamati gli studenti, solo il colloquio, senza gli scritti".

Dunque, professoressa, lei boccia questo esame?

"Sì,non ho alcuna esitazione a dichiarare che così com’è strutturato non funziona, non permette di valutare le competenze dei ragazzi, e questo proprio perché alle spalle ci sono i mesi di didattica a distanza. A risentirne nel colloquio è soprattutto la parte che riguarda il percorso pluridisciplinare, in cui si creano collegamenti tra le materie. In questo caso si avvertono le difficoltà dello studente e il mancato confronto anche tra docenti. Con amarezza devo dire che è un esame in cui siamo ridotti a valutare le conoscenze, quindi incompleto, in cui a essere penalizzati sono i più meritevoli che attendevano questo momento per esprimere le loro capacità e le competenze acquisite. E l’assenza degli scritti, per una valutazione completa, è una carenza grave".

Come ricorderà questo esame?

"Lo ricorderò per l’amarezza personale, il disagio, per le occasioni che sono mancate ai nostri studenti, convinta che l’esame poteva essere proposto con la stessa formula del passato, quindi nella sua completezza, anche con le prove scritte, dal momento che nelle scuole c’erano gli spazi sufficienti per farlo, rispettando le disposizioni in vigore e il distanziamento".

Che cosa augura dopo questa maturità alla scuola?

"Una sola cosa: di ritornare alla normalità, con lezioni in presenza, proprio per il bene dei nostri studenti. Sono fondamentali i rapporti sociali, interpersonali tra i ragazzi, non possono essere privati ancora di quell’esperienza umana che può essere condivisa solo in classe".