REDAZIONE VARESE

Un anno fa lo schianto fatale a Michele, ma ancora nessuna giustizia

Un anno fa lo schianto fatale a Michele, ma ancora nessuna giustizia

Una lettera aperta all’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada per descrivere "la folle storia che ci sta facendo soffrire". A firmarla Teodoro Garruto fratello di Michele Garruto parrucchiere trentenne vittima di un incidente stradale avvenuto nel mese di luglio mentre tornava a casa dal lavoro in pausa pranzo. L’incidente stradale avvenuto lungo la Sp31 bis la tangenzialina esterna che collega Saronno con Rovello Porro e Ceriano Laghetto aveva visto l’impatto tra la moto del giovane e un mezzo da lavoro con cestello. Una notizia che aveva scosso profondamente le comunità di Saronno, Solaro e Rovellasca dove il giovane era conosciuto anche per le attività che dirigeva. "Mio fratello è morto sul colpo – esordisce Teaodoro Garruto – ai soccorritori di ambulanza e dell’elisoccorso non è rimasto altro da fare che constatare la morte. Oltre ai soccorritori non arriva nessuno, nessun carabiniere, nessuno… Noi rimaniamo circa un ora ad osservare il cadavere coperto e nel frattempo tutti i nostri cari si radunano sul luogo". Garruto prosegue raccontando la lunga attesa con l’arrivo dei militari e l’indecisione sulla competenza: la zona si trova a cavallo tra le province di Varese, Monza e Brianza e Como. Garruto continua spiegando il dolore, le domande dei familiari e le telefonate per cercare di determinare la competenza. "Il cadavere è stato rimosso quasi alle 17. Sull’accaduto non è stato mai aperto nessun fascicolo dalle procure competenti". A caldo ci furono gli interventi dell’allora consigliere regionale Marco Colombo e di Francesco Facchinetti che rilanciarono con appelli su social e giornali le istanze della famiglia per avere giustizia. "Il pubblico ministero ha inviato avviso di garanzia con il capo d’imputazione omicidio stradale alla persona che ha generato l’incidente facendo inversione di marcia. Ad oggi però il conducente risulta ancora a piede libero dopo 8 mesi e probabilmente nemmeno pagherà". S.V.