
Due immagini del blitz di questa mattina; a sinistra, l'auto utiliizzata per i colpi
Luino, 3 giugno 2025 – Furti nelle case e truffe agli anziani: sgominata la banda dei sinti. Sono state eseguite oggi, mercoledì 3 giugno 2025, sei misure cautelari in carcere a carico di sei persone.
I provvedimenti sono stati eseguiti dai carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Luino, coordinati nell’indagine dalla procura della Repubblica di Varese. L’ordinanza è stata firmata dal gip Marcello Maria Buffa. Le accusa è di associazione per delinquere finalizzata ai furti e alle truffe.
L’inchiesta
Le indagini sono scattata nel novembre 2024. Oggi, il blitz. A partire dalle prime ore dell’alba, diverse decine di carabinieri dei comandi provinciali di Varese, Novara, Biella, Vercelli, La Spezia e Torino, in collaborazione con le unità cinofile del nucleo di Casatenov e con l’ausilio di un elicottero del 1° nucleo elicotteri carabinieri di Volpiano sono entrati in azione, raggiungendo gli indagati nei loro domicili.
Le indagini sono partite sulla scorta di una serie di furti e truffe porta a porta, episodi nel corso dei quali i malfattori simulavano di essere esponenti delle forze dell’ordine piuttosto che incaricati comunali, funzionari pubblici addetti alle verifiche delle forniture di acqua, luce e gas o, comunque, impiegati attivi nel settore dei servizi per la casa. I raid finiti sotto i riflettori si sono verificati nel Varesotto, ma anche nelle province di Milano e Como.
La scintilla
A mettere i militari dell’Arma sulla strada giusta è stata l’individuazione di un’auto utilizzata dagli autori di una delle truffe. La vettura, si è scoperto successivamente, era il mezzo di elezione scelto dalla banda per commettere le sue imprese, attraverso anche un vorticoso giro di targhe clonate da applicare alla quattro ruote.
Questo elemento si è rivelato decisivo nell’individuare i componenti della presunta associazione, domiciliati nelle province di Novara, Biella, Vercelli, Pavia e Torino.

La tecnica
Secondo quanto accertato ciascuno degli elementi del gruppo aveva un compito ben preciso. C'era il leader, impegnato nell’architettare i piani e nel decidere gli obiettivi. Poi c’erano il telefonista incaricato di assicurarsi la fiducia della vittima. Poi l’autista. Infine i finti esponenti delle forze dell’ordine o tecnici o addetti alla riscossione di bollette.
Le indagini sono state rese particolarmente difficili dalle accortezze adottate dai presunti responsabili che, oltre a utilizzare un numero elevato e sempre diverso di targhe clonate, avrebbero nascosto il veicolo utilizzato per furti e truffe all’interno di un box auto nel Novarese, sorvegliato anche con un sistema di video sorveglianza interna collegato direttamente a smartphone per una valutazione in tempo reale di eventuali accessi.
I colpi
Sono stati ricostruiti 30 colpi andati a segno nel corso degli ultimi otto mesi, per una refurtiva del valore stimato superiore, al momento, ai 500 mila euro. Di questi, 26 risultano essere stati commessi in provincia di Varese, 2 in quella di Como e 2 in quella di Milano.
È in fase di accertamento la responsabilità degli indagati in ordina a una ventina di altri casi.
Le perquisizioni
Oggi, al momento di notificare le ordinanze, è stata effettuata anche una serie di perquisizioni negli appartamenti degli indagati. È stato passato al setaccio anche l’alloggio del presunto ricettatore della banda.
Sono stati sequestrati 6 veicoli, oltre 14.000 euro in contanti, 2 orologi Rolex ma anche oggetti vari per camuffamento, attrezzi da scasso, spray al peperoncino, 15 targhe clonate, uno scanner per intercettare le comunicazioni delle forze di polizia e un dispositivo elettronico per simulare anomalie in ambito domestico (ad esempio fughe di gas).
Le indagini proseguono alla ricerca di complici e altri ricettatori, a dimostrazione di quanto fosse ramificata l’organizzazione venuta alla luce grazie all’operazione dei carabinieri luinesi.