Strage di Samarate, parla l'unico sopravvissuto: "Sogno di volare"

Sette mesi fa la mattanza in casa: Alessandro Maja uccise moglie e figlia. "Porto sempre con me il ricordo di Stefania e Giulia, sono nel mio cuore"

Nicolò Maja con i nonni e il sindaco

Nicolò Maja con i nonni e il sindaco

Il Natale, festa della famiglia, per Nicolò Maja, 24 anni, sarà senza gli abbracci delle persone che più amava, la mamma Stefania e la sorella Giulia. Uccise a martellate il 4 maggio scorso dal padre Alessandro Maja che aveva infierito con un martello anche su di lui. Nicolò vivo per miracolo, la mamma e la sorella le sente vicine. "Le porto sempre con me – scrive al sindaco di Samarate Enrico Puricelli con cui è in contatto – Sono nel mio cuore, porto dentro di me i momenti belli che ho vissuto con loro". Ricordi preziosi, che affiorano nella memoria e lo aiutano, che gli danno forza per andare avanti, dopo la tragedia, accompagnato in un cammino difficile, doloroso, di lento ritorno alla normalità, dai nonni materni, Ines e Giulio, con i quali vive a Cassano Magnago. "Sono due rocce – dice il sindaco Puricelli –, persone eccezionali. Nicolò è la loro ragione di vita e per lui oggi sono la sua famiglia, che lo aiuta nei piccoli passi in avanti quotidiani, che gli trasmette fiducia".

Sono trascorsi oltre sette mesi da quel mattino di maggio che ha stravolto la sua vita, il giovane ha dovuto affrontare al risveglio dal coma la drammatica realtà, la famiglia annientata nella tragedia, un dolore devastante che avrebbe potuto isolarlo, la solitudine come reazione al dramma, invece da quel dolore Nicolò trae forza. Lo ha dimostrato di recente a Cremenaga, accompagnato dai nonni, per l’inaugurazione della panchina rossa dedicata alla mamma Stefania e alla sorella Giulia, in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne. Nicolò vivo per miracolo. Il giovane fu portato in ospedale in condizioni gravissime, per settimane tra la vita e la morte, mentre a Samarate l’intera comunità pregava per lui. Alla fine di maggio i primi segnali di ripresa, l’uscita dal coma, la riabilitazione, a metà settembre il ritorno a casa, dai nonni materni, a Cassano Magnago. Ora potrà tornare di persona, per la prima volta, nella villetta di via Torino, a Samarate, quella dalla quale uscì con pochissime speranze di sopravvivere. Il gip Piera Bossi ha concesso l’aturoizzazione, ma Nicolò potrà farlo solo scortato dai carabinieri perché il sequestro non è stato ancora tolto.

«Sono sereno» , scrive spesso Nicolò al sindaco Puricelli. Il giovane ha ottenuto il brevetto di pilota lo scorso anno e "sogna un giorno di poter volare" e lavorare in campo aeronautico. "Ci scriviamo di frequente su WhatsApp – dice Puricelli –. Nicolò ha dentro di sé una forza morale, un’energia straordinaria, è un ragazzo forte. Ogni giorno combatte per superare i limiti fisici a cui lo costringe attualmente la disabilità, ma sa che non è solo".