A Varese si guadagna bene? "E' vero, ma stipendi meritati"

Gli intervistati confermano i dati nazionali sugli stipendi medi: incide soprattutto la concorrenza svizzera

Lavoro sì, ma con gratificazione

Lavoro sì, ma con gratificazione

Varese, 1 luglio 2018 - Buste più pesanti per i lavoratori dipendenti: Varese seconda soltanto a Bolzano per gli importi medi nei compensi. Lo stabilisce il Rapporto 2018 sulle province italiane dell’Osservatorio dei consulenti del lavoro. Meglio di Varese riesce a fare soltanto Bolzano, con un salario medio pari a 1.500 euro, mentre Varese si attesta sui 1.459 euro, anche se nel 2017 il salario medio era di 1.471 euro. Si è registrata quindi una leggera flessione.

Ma come si lavora a Varese? Ci sono opportunità e i salari sono davvero così adeguati? "Opportunità ce ne sono sicuramente, anche per i più giovani – commenta Alessandro Pepe – questa zona è storicamente ad alta produttività. E il fatto che sia al centro di due grandi poli attrattivi per il mercato del lavoro come Milano e la Svizzera di certo aiuta molto. È una zona che ha saputo evolversi, anche se ha certamente pagato lo scotto della crisi come il resto d’Italia. C’è evidentemente, da parte degli imprenditori, un modo giusto di valorizzare le professionalità, visto l’alto livello della media salariale".

Sul fronte stage? "Questo è un altro discorso – spiega Pepe – sulla base della mia esperienza e di quella vissuta da altri miei coetanei purtroppo Varese rispecchia il trend di scarso riconoscimento economico del lavoro svolto in sede di stage".

La città potrebbe crescere ancora? "Assolutamente sì – aggiunge Roberta Maffeis, titolare di un’attività commerciale –: ho fatto una lunga esperienza lavorativa all’estero. Confesso che, dopo tre anni, la tentazione di lasciare l’Italia è grande. Varese è una città splendida che oggi, a mio parere, è al 20% delle proprie possibilità di sviluppo. Parlo del mio settore, chiaramente. Le iniziative per incentivare il commercio, ad esempio, sono troppo poche. Una città così potrebbe avere il centro affollato da visitatori ogni fine settimana se venissero organizzati eventi in grado di catturare l’attenzione di un pubblico più ampio".

A spiegare i motivi dell’alta posizione in classifica della “città giardino” c’è pure il vicesindaco Daniele Zanzi, che interviene anche come imprenditore. "Varese è una città dalla solida tradizione di rispetto della legalità – dice Zanzi – il lavoro non si sfrutta. Lo si paga e nella maggior parte dei casi lo si fa con contratti regolari. Credo che un fattore importante, oltre all’etica del lavoro dei varesini, sia la concorrenza diretta con la vicina Svizzera. I salari devono poter essere competitivi se si vuole evitare che professionisti di talento scelgano di lavorare oltre confine, a fronte di cifre più alte seppur con minori tutele. E qui non mancano le opportunità. Il territorio vanta numerose eccellenze. Sia nel tradizionale manifatturiero, che nei settori vocati alla tecnologia più all’avanguardia. Che rappresentano un grosso bacino di opportunità per i più giovani, ad esempio. Pagare il lavoro il giusto è il modo migliore per incentivare i propri dipendenti e, di conseguenza, far crescere la propria attività. E gli imprenditori varesini questo lo hanno sempre saputo e messo in pratica".

Un’ottima media salariale e parecchie opportunità lavorative. Per tutti? «Io ho 50 anni – dice Danilo Midriano – a Varese per chi ha voglia di lavorare il lavoro certo. Con l’esperienza ho constatato, purtroppo, che alcuni tra i più giovani (non sto generalizzando) non contemplano lo spirito di sacrificio, diciamo così, che ogni occupazione richiede. Penso però che questo territorio abbia passione per il lavoro e lo abbia dimostrato sapendosi evolvere negli anni, investendo su nuovi settori e nuove tecnologie. E un territorio che sa produrre inevitabilmente tratta bene la propria forza produttiva».