"Sindaco Sala, salva la brughiera superstite"

L’espansione di cargo city. I comitato si appellano. al Comune di Milano, socio. di maggioranza della Sea

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di Giovanni Chiodini

"Sala, salva la brughiera varesina dal cemento". Silvana Assini responsabile scientifico del progetto Life Drylands, Giuseppe Bogliani presidente del Centro Italiano Studi Ornitologici, Oreste Magni presidente dell’Ecoistituto Valle del Ticino, Roberto Vellata e Claudio Spreafico del Coordinamento Salviamo Il Ticino hanno scritto una lettera aperta al sindaco di Milano per "un suo urgente intervento affinché si eviti uno scempio, la distruzione di un prezioso habitat e la compromissione di vaste porzioni di suolo nel Parco del Ticino". La lettera è stata mandata a Sala in quanto il Comune di Milano è azionista di maggioranza della Sea (54,81%), società che gestisce gli aeroporti milanesi. Il tema in questione è noto. In questi mesi è in corso la Valutazione di Impatto Ambientale sul Masterplan Malpensa 2035, che prevede il potenziamento della capacità di gestione merci dell’aeroporto (cargo city).

"Il progetto che Sea ed Enac hanno proposto comporta un impatto enorme e inaccettabile in termini di consumo di suolo nel Parco del Ticino (oltre 450mila metri quadri) ma, soprattutto, questa superficie che si andrebbe a sacrificare non è un territorio qualsiasi – affermano i firmatari della lettera –. Si tratta, infatti, di una vasta porzione dell’ultimo lembo di brughiera della pianura Padana, la più importante area con queste caratteristiche di tutto il nord Italia". I firmatari aggiungono che la brughiera di Malpensa e Lonate non è un habitat importante solo sulla carta. "Decine di esperti di molte università e centri di ricerca internazionali hanno potuto rilevare la presenza di specie rare e preziose: sono 228 le specie di uccelli censite, 56 delle quali di interesse comunitario". Il Parco del Ticino, la Provincia di Varese, i Comuni della zona hanno confermato il parere negativo espresso, anche perché "non esistono di fatto possibilità di reali compensazioni ambientali per un habitat unico e difficilmente riproducibile, se non nelle aree vocate, quale quella a sud del sedime dell’aeroporto". Per gli ambientalisti, invece, fra le alternative ce ne sono alcune "che potrebbero consentire lo sviluppo dell’aeroporto rimanendo quasi esclusivamente all’interno del sedime attuale".