SARA GIUDICI
Cronaca

Saronno, basta medici a gettone e cooperative private: trema il pronto soccorso

Il comitato “Il Saronnese per l’ospedale e la sanità pubblica“ torna in piazza. Tra le preoccupazioni: la chiusura anche di Anestesia e Rianimazione

Il Pronto soccorso serve un bacino di 200mila persone. È uno dei reparti sotto organico

Il Pronto soccorso serve un bacino di 200mila persone. È uno dei reparti sotto organico

Una lettera aperta, indirizzata alla direzione del presidio ospedaliero di Saronno, per chiedere come l’ospedale affronterà “l’imminente cessazione delle convenzioni con i soggetti privati che hanno ‘tenuto in piedi’ Pronto soccorso e Anestesia e Rianimazione, i reparti più sotto organico e a rischio chiusura”.

L’iniziativa si inserisce nell’attività del comitato “Il Saronnese per l’ospedale e la sanità pubblica“ che ieri è stato in piazza malgrado la pioggia per raccogliere le firme per la seconda giornata della sanità pubblica a Saronno.

"Lo scorso anno la direzione decise che l’ospedale di Saronno andasse salvato dalla chiusura, come migliaia di cittadini utenti chiedevano a gran voce, ma nel modo più instabile che si potesse immaginare – rimarca il comitato – . Lo denunciammo subito: ricorrere a cooperative private e medici a gettone (o di “mutuo soccorso“) era una scelta per il semplice tamponamento della falla creata".

E continua: "Oggi Daniela Bianchi (nuova direttrice dell’Asst Valle Olona, ndr ) stronca pubblicamente ogni possibilità di riaprire comparti nevralgici come il Punto nascite e non fa alcun riferimento a quella che è la vera nuova emergenza del nostro ospedale, ossia l’imminente cessazione delle convenzioni con i soggetti privati che hanno “tenuto in piedi“ Pronto soccorso e Anestesia e Rianimazione, i reparti più sotto organico e a rischio chiusura".

La situazione è cambiata recentemente: "È stato l’assessore regionale Guido Bertolaso (quello che anche secondo Augusto Airoldi, sindaco di Saronno, salverà l’ospedale, quello che secondo noi è un miope “Piano di rinnovo“) a decretare, lo scorso dicembre, che tali convenzioni non possano essere rinnovate".

Non c’è solo una preoccupazione teorica: "Sappiamo che a maggio scadrà quella con la cooperativa che somministra il personale del Pronto soccorso. Cosa si sta facendo per evitare che questo servizio, importantissimo per un bacino di 200mila persone, chiuda i battenti? E qual è la situazione in prospettiva di Anestesia e Rianimazione, dove mancano ancora 12 unità di personale strutturato?". E conclude: "Le chiediamo di rispondere ufficialmente a questa richiesta con dati precisi che, ci auguriamo, scongiurino questo scenario".