Morti sospette in ospedale a Saronno: sospeso l’ex primario del Pronto soccorso

Saronno, Nicola Scoppetta attualmente è agli arresti domiciliari

Nicola Scoppetta

Nicola Scoppetta

Saronno (Varese), 17 marzo 2017 - Sarà sospeso dall’incarico Nicola Scoppetta, ex primario del pronto soccorso di Saronno, agli arresti domiciliari a seguito della decisione della Corte di Cassazione, che ieri ha confermato la richiesta di misura cautelare avanzata dalla Procura di Busto Arsizio, già accolta dal Tribunale del Riesame di Milano, per il suo coinvolgimento nella maxi inchiesta “Angeli e Demoni” sulle morti sospette in corsia a Saronno. L’indagine lo scorso 29 novembre ha portato in carcere l’ex viceprimario del pronto soccorso saronnese Leonardo Cazzaniga e la sua amante e infermiera Laura Taroni.

La direzione dell’ospedale di Saronno, a quanto si è appreso, nella giornata di ieri si è riunita per «attivare le procedure previste a norma di legge in casi come questo», come ha comunicato tramite portavoce. Il che, tradotto, significa che Nicola Scoppetta sarà sospeso dal suo incarico, conseguentemente all’arresto. Già trasferito ad altro incarico amministrativo rispetto alla sua qualifica di primario di pronto soccorso, il medico perderà quindi il diritto a percepire lo stipendio, fatto salvo un minimo garantito per legge. Secondo gli inquirenti – il fascicolo dell’inchiesta è stato coordinato dal procuratore della Repubblica Gianluigi Fontana e dal pm Maria Cristina Ria – Scoppetta è responsabile di omessa denuncia e favoreggiamento, a seguito delle denunce interne di due infermieri che, quando ancora l’inchiesta giudiziaria era lontanissima, avevano scritto alla direzione dell’ospedale per segnalare il comportamento di Leonardo Cazzaniga.

Come già emerso dalle carte, gli infermieri avevano fatto presente come il medico, durante i suoi turni in pronto soccorso, avrebbe più volte parlato di se come «l’angelo della morte», reso nota l’applicazione del suo “metodo Cazzaniga”, che consisteva nel somministrare ai pazienti un cocktail di farmaci, sedativi e anestetici, che secondo gli investigatori ne avrebbero provocato la morte. A seguito della segnalazione dei due infermieri, l’ospedale aveva riunito una commissione interna, alla quale partecipò anche Nicola Scoppetta. Il lavoro dei medici fu quello di passare in rassegna otto casi trattati da Cazzaniga, di cui quattro sono finiti nel fascicolo di inchiesta perché, secondo l’accusa, da questi sarebbe evidente la correlazione tra la somministrazione di farmaci da parte dell’ex vice primario e il successivo decesso dei pazienti. L’esito della commissione, però, fu un non luogo a procedere rispetto a una segnalazione formale alla magistratura, decisione che è valsa all’ex primario e ad altri colleghi l’iscrizione nel registro degli indagati per omessa denuncia e favoreggiamento. Secondo gli inquirenti infatti, il dosaggio di farmaci applicato da Cazzaniga nel trattare i pazienti deceduti, con perizia alla mano, sarebbe stato dalle due alle dieci volte superiore alla norma.