PAOLO GIROTTI
Cronaca

“Salviamo la Manifattura”. Una firma in più ed è bagarre

È quella dell’ex primo cittadino Centinaio che ha innescato un corto circuito con l’attuale Amministrazione

“Salviamo la Manifattura”. Una firma in più ed è bagarre

“Salviamo la Manifattura”. Una firma in più ed è bagarre

Anche l’ex sindaco di centro sinistra, Alberto Centinaio, ha deciso nei giorni scorsi di sottoscrivere la petizione "Salviamo la Manifattura", lanciata da alcun i promotori tra i quali il consigliere comunale Franco Brumana, del Movimento dei Cittadini: una decisione che, come presumibile, ha motivato ancor più i promotori della petizione e causato anche qualche polemica. Proprio sulla contrapposizione tra l’ex sindaco di centro-sinistra e l’attuale sindaco, Lorenzo Radice, a capo di un identico schieramento, si è creato infatti un vero e proprio corto circuito dopo che l’attuale primo cittadino e altri rappresentanti della maggioranza hanno provato a interpretare pubblicamente la firma di Centinaio come un sostegno alla posizione dell’attuale amministrazione. Un passo indietro è necessario: la petizione "Salviamo la Manifattura" è nata come risposta a un Pgt in fase di redazione che, al momento, inserisce tra gli immobili che possono essere abbattuti all’interno dell’area dismessa della ex Manifattura, in attesa di recupero, anche due edifici storici non protetti dalla Soprintendenza. La petizione è stata condivisa dall’ex sindaco Centinaio che, allo stesso modo, ritiene che tutti gli edifici vadano conservati. La sua firma, in evidente contrasto con le indicazioni del futuro Pgt per l’area in questione, è stata però "copia incollata" e interpretata dall’attuale maggioranza, non si sa bene a partire da quali presupposti, come un sostegno alle scelte dell’amministrazione in carica: "Una firma di un ex sindaco – ha scritto infatti Radice su Facebook –: è la dimostrazione che tutti stanno passando a sostenere il nostro progetto".

Quanto basta per far dire all’ex sindaco: "il giudizio della giunta sulla mia firma è una presa in giro, una mistificazione di quanto penso". Insomma, un clamoroso autogol che non si capisce da cosa sia stato originato e che ha condotto ieri a una lettera firmata da sindaco e assessore alla Città Futura, Lorena Fedeli, per tornare sul cuore della discussione e cioè i due edifici da abbattere o conservare: "Una scheda di piano non è il progetto dell’area, come si sta erroneamente facendo credere - spiegano i due -. Sarà solo la proprietà, infatti, a presentarci una proposta progettuale che dovrà tenere conto dei vincoli indicati dalla Soprintendenza: edifici da conservare, funzioni da mantenere, spazi inedificabili. Il fatto che su due edifici la Sovrintendenza non abbia posto il vincolo non significa che dovranno necessariamente essere abbattuti, come qualcuno va affermando".