Rifiuti e degrado all’Ossario dei militi caduti

Migration

Cartacce, bottigliette di plastica, sacchetti di patatine. È il degrado che regna attorno allo storico Obelisco Ossario. Uno dei luoghi cardine di Magenta, uno dei luoghi che ricordano la Battaglia del 4 giugno 1859, che ha aperto le porte all’Unità d’Italia. Un luogo sacro dove riposano i resti di migliaia di soldati, che combatterono quella feroce battaglia. Oggi riposano insieme nel nome di un futuro che vogliamo sia di pace e non di ostilità.

"Stavo facendo una passeggiata con il mio cane – ha raccontato un magentino, che vive nei pressi dell’Ossario – quando mi sono imbattuto in questo triste spettacolo. L’Ossario è il simbolo della nostra città. È il biglietto da visita per coloro che scendono dallo scalo ferroviario qui vicino. Eppure c’è troppa gente che sembra non interessarsi alla storia della nostra città e questo è il risultato".

Il complesso venne inaugurato nel 1904 da Vittorio Emanuele III e nel 2009, in occasione dei 150 anni della battaglia, è stato completamente ristrutturato con il parco circostante. L’auspicio è che si ponga un freno a questa inciviltà. Il parco dell’Ossario è frequentato, soprattutto, da ragazzi che escono dalla scuola. Di fronte c’è l’istituto Einaudi e, poco avanti, la fermata dei pullman dove si fermano molti giovani. Magari qualcuno nell’attesa si lascia andare al disprezzo dei beni storici e non si preoccupa di abbandonare le cartacce. Se poi lo fa uno, allora cominciano a farlo tutti, nel nome di una regola che dice che se un comportamento comincia a diventare comune, per quanto incivile sia, allora vuol dire che possa essere accettato.

Graziano Masperi