Ieri in Tribunale a Busto Arsizio le prime cinque condanne con rito abbreviato per il "racket dei defunti" all’ospedale di Saronno. Sono 18 gli imputati con reati contestati che spaziano da corruzione di incaricato di pubblico servizio, peculato, furto, truffa e falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale. Condannati cinque operatori delle pompe funebri con pene comprese tra i 2 anni e 4 mesi e i 2 anni e 5 mesi, mentre hanno patteggiato i tre medici di base indagati: nei loro confronti pene al di sotto dei due anni e quindi sospese. Gli altri dieci imputati, dipendenti dell’ospedale di Saronno, sono stati rinviati a giudizio: in aula si torna il 21 maggio per il dibattimento, l’Asst Valle Olona si è costituita parte civile. Le misure cautelari erano scattate nel mese di novembre del 2022 per una decina di persone, mentre altre otto erano indagate a piede libero. L’indagine riguardava i mesi della pandemia (2020) ed era stata avviata dopo la segnalazione della dirigenza dell’ospedale relativa a comportamenti scorretti da parte di alcuni dipendenti: il sospetto è che fossero in combutta con alcune pompe funebri.
Gli accertamenti hanno permesso di ricostruire come alcuni titolari versassero somme di denaro (50 o al massimo 100 euro) in favore di alcuni dipendenti dell’obitorio dell’ospedale di Saronno per orientare i familiari dei defunti alla scelta dell’impresa cui affidare il servizio funebre, ottenere informazioni, effettuare trattamenti alle salme, e anche mostrare il cadavere ai parenti, in violazione delle norme antiCovid. Ad altri dipendenti dell’ospedale è contestato, invece, il furto di prodotti per la pulizia per poi rivenderli.