
L’incontro nella sala consiliare con rappresentanti di tutti gli enti coinvolti: Ufficio scolastico Ispettorato del lavoro Camera di Commercio Ats e Asst sindacati e Acli
Riattivato il Consiglio territoriale per l’immigrazione. Si è riunito per la prima volta ieri nella sala consiliare di Villa Recalcati. "Un importantissimo strumento di consulenza e supporto alle attività delle prefetture", ha commentato in apertura dell’incontro il prefetto Salvatore Pasquariello, che ha coordinato i lavori. Alla riunione hanno partecipato rappresentanti delle istituzioni, enti territoriali, Ufficio scolastico territoriale, Ispettorato del Lavoro, Camera di commercio, Ats e Asst. Quindi le associazioni di categoria, i sindacati, le Acli e le Caritas zonali fino alle realtà di volontariato e alle associazioni rappresentative delle comunità straniere della provincia. Presenti in particolare la comunità araba, del Pakistan e del Bangladesh.
Prima di entrare nel cuore della discussione, il questore Michele Morelli ha fornito alcuni numeri sulla presenza degli stranieri sul territorio, in crescita: alla fine dell’anno scorso erano 80.356 gli extracomunitari residenti in provincia di Varese, quasi il 10% della popolazione. Nel 2022 le nuove istanze di permesso di soggiorno sono state oltre 14mila, di cui quasi 5mila permessi rilasciati in seguito alla guerra in Ucraina. Oltre 16mila le istanze di rinnovo. Inoltre sono state 725 le richieste di protezione internazionale, 1.041 i permessi di soggiorno rilasciati per richiesta di asilo. Le nazionalità più rappresentate sono quella albanese, marocchina e ucraina.
Quindi sono stati messi sul tavolo una serie di temi che saranno poi affrontati e approfonditi in successivi incontri dell’organismo, a partire dall’analisi delle esigenze e promozione degli interventi da attuare a livello locale circa la condizione degli stranieri. Tra i nodi principali che emergono c’è la difficoltà a livello comunicativo, in particolare per i ragazzi nell’inserimento scolastico. Si è poi discusso in merito all’eventuale adozione di un protocollo d’intesa per l’inserimento lavorativo degli stranieri richiedenti o titolari di protezione internazionale e infine di come facilitare il reperimento di alloggi per i richiedenti che abbiano ottenuto il riconoscimento dello status di rifugiato o che abbiano perso il diritto all’accoglienza.