VARESE – Antonio Rosati, ex presidente del Varese calcio, è stato assolto. La sentenza ha messo definitivamente la parola fine a una vicenda giudiziaria durata dieci anni. Nella serata di martedì, infatti, dopo l’udienza che si era tenuta in mattinata, la Cassazione si è espressa sull’ultimo procedimento a suo carico, il capo d’imputazione era la frode fiscale.
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso avanzato dalla Procura di Milano e invece ammissibile quello della difesa, presentato dagli avvocati Stefano Amirante e Nadia Germanà Tascona, ma non è entrata nel merito del capo d’imputazione perché dichiarato prescritto. Rosati, assolto da 15 capi d’imputazione dalla seconda Corte d’Appello di Milano, era stato condannato a 2 anni e 4 mesi per un unico episodio di frode, ritenuto colpevole in qualità di amministratore di fatto di un consorzio di cooperative attive a Malpensa di aver emesso fatture false, del valore complessivamente di circa 200mila euro, a favore di altri per operazioni inesistenti. Con la sentenza di assoluzione per l’ex patron del Varese calcio si chiude una vicenda giudiziaria durata dieci anni.
“Non sono stati anni facili per Rosati – ha detto il suo legale,l’avvocato Amirante –. Ora però possiamo mettere la parola fine alla vicenda perché anche la Cassazione ci ha dato ragione. Con questa ultima sentenza, Rosati è stato assolto a Varese, Milano e Monza. Tutti i processi a suo carico sono quindi finiti con un’assoluzione".
Rosati era stato arrestato nell’ottobre 2014 nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla Guardia di finanza di Milano su una presunta frode fiscale da oltre 63 milioni di euro che sarebbe stata realizzata attraverso un consorzio di cooperative del settore dei trasporti e del facchinaggio. In primo grado Rosati era stato condannato a 9 anni, in secondo grado l’ipotesi accusatoria era caduta, al processo d’Appello a Milano, nel mese di marzo dello scorso anno, è arrivata infine la condanna a 2 anni e 4 mesi. La sentenza della Cassazione di assoluzione per prescrizione ha messo la parola fine alla vicenda.