Ospedale, odissea scandali da dottor morte all’obitorio

Dal novembre 2016 quando i carabinieri arrestarono Leonardo Cazzaniga e Laura Taroni per i decessi sospetti alla presunta corruzione intorno ai necrofori

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di Sara Giudici

Il nuovo scandalo che coinvolge l’ospedale di Saronno aumenta esponenzialmente le preoccupazioni degli utenti, dei residenti e del personale per il futuro della struttura di piazzale Borella. Quando ieri si è diffusa la notizia della presunta corruzione intorno all’obitorio che coinvolge il personale dell’ospedale, imprese di pompe funebri e due medici di famiglia per la comunità saronnese è stato come ripiombare in un incubo già visto. Dall’alba del novembre 2016 quando i carabinieri della compagnia di Saronno arrestarono Leonardo Cazzaniga e Laura Taroni per la vicenda delle morti sospette al pronto soccorso per la struttura, parte dell’azienda ospedaliera Asst Valle Olona, è stata un’odissea di scandali e problemi senza fine. Dopo essere stata per mesi sotto i riflettori della stampa nazionale, dopo il lungo stillicidio delle udienze dei due processi, è arrivata la pandemia con la chiusura di diversi reparti. Reparti, come ad esempio la ginecologia e la pediatria, che non sono più stati aperti malgrado le proteste dei cittadini, la nascita di un comitato e le diverse prese di posizione di praticamente tutte le forze politiche. Con tanto di appelli firmati da tutti i sindaci del comprensorio. Eppure uno scandalo c’era già stato. Nel giugno 2020 venne alla luce il caso della dipendente della farmacia del presidio che con l’aiuto di un imprenditore compiacente rivendeva attrezzature mediche. Si trattava di lame e batterie da laringoscopio, in uso proprio nei reparti Covid nei momenti più critici della pandemia.

Ancora sconcerto in città, ancora amarezza. Quindi con la fine della pandemia il ritorno della normalità degli altri presidi che a Saronno è stato decisamente più lento e faticoso. Ci sono poi i problemi con il reparto Rianimazione dove il personale scarseggia al punto da far scattare un presidio in piazza. Stessa mobilitazione per il personale di cucina che ha scioperato per i carichi di lavoro e le dotazioni danneggiate e mai riparate nel settembre scorso. Eppure all’ospedale sono in corso anche gli investimenti per il nuovo reparto nel padiglione marrone che dovrebbe creare uno spazio polifunzionale utile nei casi di picchi di accessi al pronto soccorso ma anche in caso di eventuali fase acute della pandemia. Ci sono i lavori per il rifacimento dell’impianto antincendio, un’oncologia d’eccellenza e un reparto d’urologia che si vorrebbe valorizzare e far crescere. Ma le nubi all’orizzonte anche sul fronte della visibilità e dell’immagine della struttura sembrano non diradarsi mai.