ROSELLA FORMENTI
Cronaca

Omicidio Giusy Caliandro, l’ipotesi di un complice a coprire la fuga dell’assassino

La 41enne è stata travolta e schiacciata contro un muro il primo luglio: “Era entrata in un giro sbagliato”. Indagini sulle frequentazioni “Buona e generosa, la sua morte ci tormenta”. La famiglia: “Vogliamo giustizia”

Giuseppina Caliandro, 41 anni, residente a Gemonio, è stata uccisa il 1° luglio

Giuseppina Caliandro, 41 anni, residente a Gemonio, è stata uccisa il 1° luglio

Gemonio (Varese), 31 luglio 2023 – Il nome è noto, il movente ancora da chiarire. Ma soprattutto l’assassino è ancora libero, scappato chissà dove, forse aiutato nella fuga da qualche amico pronto a sporcarsi le mani, probabilmente già espatriato in cerca di una protezione che nel Varesotto sarebbe stata troppo fragile. A un mese esatto dalla morte di Giuseppina Caliandro, 41 anni, la donna travolta e schiacciata contro un muro con l’auto da un uomo che lei conosceva, è ancora caccia a quel killer in grado di premere sull’acceleratore per trasformare un’auto in un’arma.

L’investimento

Primo luglio, è un sabato sera, la quarantunenne, Giusy per gli amici, arriva in auto con un uomo a pochi metri dalla sua abitazione, a Gemonio, paese di neanche tremila anime nel cuore del Varesotto. A un tratto scende urlando dalla vettura: con tutta evidenza sta litigando. Chi è alla guida agisce in fretta: ingrana la prima e la travolge con violenza. Poi fugge senza farsi più trovare. Le testimonianze di chi assiste alla scena sono fondamentali per i carabinieri per capire che non si tratta di un tragico incidente con un pirata della strada in fuga ma di un omicidio volontario.

Il killer viene presto identificato: scattano le ricerche, anche all’estero, e nel frattempo viene ritrovata l’auto con i danni dell’investimento in evidenza: chi ha ucciso non si è preoccupato di occultare alcunché. Il piano che l’uomo ha in testa è la fuga, immediata, senza ripensamenti. Di lui, straniero, dopo un mese di indagini, infatti non c’è ancora alcuna traccia, forse anche grazie a qualche complice che lo ha protetto e nascosto.

Le indagini

Le indagini coordinate dalla Procura di Varese proseguono nel massimo riserbo, la vita di Giusy resta sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti per ricostruire relazioni e contatti. È qui, negli ambienti frequentati dalla donna che da qualche tempo era entrata in un giro sbagliato, che si scava e che sin dalle prime battute emerge il nome dell’uomo che l’ha uccisa. Giusy per anni aveva fatto la barista, poi il cambiamento nella sua vita e qualche conoscenza in ambienti border line.

Gli amici

Giusy sempre sorridente, sempre allegra, Giusy che nascondeva le sue sofferenze, Giusy sempre disponibile ad aiutare, così la ricordano gli amici a Tradate. Da quella serata maledetta del primo luglio hanno martellante nella testa una sola domanda: chi e perché l’ha uccisa in quel modo terribile?

“Giusy ha lasciato una parte di sé importante – racconta Franca Oman, che conosceva la donna da tempo, da quando ragazzina, giocava nella squadra di calcio femminile – è il cane Zoe. Amava moltissimo quel cane, anche lui soffre per l’assenza della sua padrona, una testa un po’ matta, ma troppo buona, generosa, che dava fiducia a tutti, sempre allegra, per me, vista la differenza d’età, era un po’ come una sorellina minore e la sua morte mi tormenta" . Ora Zoe ha una nuova famiglia, sono i genitori della donna.

“Giusy era molto legata ai genitori, Francesco il papà – racconta l’amica Franca – ogni mattina esce per portare a fare la passeggiata il cane di Giusy, è un uomo distrutto da un dolore troppo grande, ancora più pesante per il fatto che chi ha tolto la vita alla figlia ancora non è stato arrestato. Lo incontro, ci fermiamo per una breve chiacchierata, e l’argomento è Zoe, è come se fosse un regalo, l’ultimo, di Giusy ai genitori, è come se una parte di lei, il cuore per l’amore di cui era capace per tutti, fosse ancora con loro”. Zoe ogni giorno è ora accanto a Franco e alla moglie, una parte di Giusy che continua a vivere.