CLAUDIO PEROZZO
Cronaca

Si riprende a cercare la Locusta

Torpediniera della Finanza affondata 119 anni fa con 12 membri dell'equipaggio. Mai ritrovati né il relitto né gli occupanti

La torpediniera Locusta affondata nel lago Maggiore 119 anni fa

Laveno Mombello (Varese), 22 aprile 2015 - Ripartono dopo quasi 120 anni dalla sua scomparsa durante una tremenda tempesta al largo di Punta Cavalla fra Maccagno e Zenna le ricerche della Regia torpediniera «Locusta» della Guardia di Finanza. La tragedia del Verbano si consumò l’8 gennaio 1896: un battello incrociatore in acciaio di venti metri, con 12 membri di equipaggio (8 militari della Regia Marina e 4 militari della Regia Guardia di Finanza) che in servizio anti contrabbando sul confine lacustre, era stata sorpresa dalla tempesta. Dalla riva alcuni testimoni la videro arrancare a centro lago con il grande faro acceso e poi il fascio di luce che perlustrava la superficie fu visto improvvisamente puntare verso l’alto e scomparire senza lasciare né tracce né superstiti.

Il naufragio della Locusta e dei suoi 12 militari rimane ancora oggi avvolto dal mistero nonostante numerosi tentativi di ricerca che si sono succeduti in oltre un secolo. Le ultime ricerche, nel 1975 e nel 2006 in occasione del 110° anniversario della tragedia, non hanno avuto alcun esito.

Ora l’autorità di Bacino Lacuale dei Laghi Maggiore, Comabbio, Monate e Varese, che ha sede a Laveno Mombello, con il suo presidente Federico Caldesio, che rappresenta tutti i comuni della Provincia di Varese che affacciano sui rispettivi laghi, ha deciso, a margine della propria attività istituzionale, una nuova campagna di ricerca che prenderà il via dopodomani. L’attività ha incontrato la completa disponibilità della Guardia di Finanza che, con il Reparto Operativo Aeronavale di Como, collaborerà per la riuscita delle operazioni. Unitamente alla Sezione Nautica della Polizia Provinciale l’Autorità di Bacino ha preso contatti con colui che attualmente rappresenta lo «stato dell’arte» delle ricerche di relitti: l’ingegner Guido Gay, conosciutissimo a livello internazionale da decenni per le sue invenzioni tecnologiche avanzate per l’esplorazione marina.

Gay si è reso disponibile a questa sfida e giovedì inizierà il suo lavoro partendo dalla prossimità del confine svizzero del Lago Maggiore, dove fu avvistata l’ultima volta quella tragica notte del 1896. L’Autorità di Bacino coordinerà l’attività e organizzerà il supporto logistico necessario. Le speranze di giungere al ritrovamento della Locusta sono questa volta molto più consistenti poiché la tecnologia dell’ingegner Guido Gay permette una più puntuale e precisa scansione del fondale operando dalla superficie del lago con conseguente immersione del robot munito di telecamera solo dopo l’individuazione del relitto: tale tecnologia ha permesso, nel 2012, l’individuazione del relitto della Corrazzata «Roma» affondata lungo la costa sarda nel 1943.