Morti sospette in corsia, un pool di superperiti alla ricerca della verità

Si riesuma il corpo del suocero dell’infermiera

Cristina Cattaneo

Cristina Cattaneo

Saronno, (Varese) 23 marzo 2017 - Le cause della morte di Luciano Guerra, il 20 ottobre 2013, a 78 anni, mentre era ricoverato in gravi condizioni all’ospedale di Saronno. La ricerca di tracce di sostanze farmacologiche diverse da quelle che risultano dalle cartelle cliniche e, nel caso fossero presenti, se queste possono configurarsi come concause del decesso dell’anziano. È l’incarico conferito dal gip di Busto Arsizio Luca Labianca ai periti che, con la formula dell’incidente probatorio, dovranno investigare su come è morto il suocero di Laura Taroni, l’infermiera del pronto soccorso di Saronno arrestata con il suo compagno, il medico Leonardo Cazzaniga, nell’ambito dell’inchiesta sulle morti sospette nell’ospedale in provincia di Varese. Il gip ha nominato Cristina Cattaneo, direttore del Labanof, il Laboratorio di antropologia e odontologia forense di Milano, Gaetano Iapichino, ordinario di anestesia e rianimazione dell’Università di Milano, Marina Caligara, tossicologa forense, Vera Gloria Meretti, medico legale e componente del Labanof. I consulenti scelti dal pm Maria Cristina Ria sono Francesco Introna, titolare della cattedra di medicina legale all’ateneo di Bari, e il tossicologo Franco Tagliaro, direttore della Medicina legale di Verona. I difensori di Cazzaniga, gli avvocati bresciani Ennio Buffoli e Andrea Pezzangora, hanno indicato Luca Massaro, medico legale padovano, e si riservano la nomina di un tossicologo.

La salma di Luciano Guerra verrà esumata del cimitero di Lomazzo. Le operazioni peritali inizieranno il 4 aprile all’Istituto di medicina legale di Milano. Secondo l’accusa Cazzaniga e la Taroni avrebbero somministrato a Guerra, senza necessità terapeutiche, anestetici prelevati dall’ambulatorio del pronto soccorso. Cazzaniga, anestesista ed ex viceprimario del pronto soccorso di Saronno, e la Taroni, infermiera nello stesso reparto, sono in carcere dallo scorso 29 novembre. L’ordinanza di custodia cautelare li accusa in concorso dell’omicidio del marito della donna, Massimo Guerra, spirato nella sua casa di Lomazzo il 30 giugno 2013, che sarebbe stato eliminato con un sovradosaggio di farmaci. Al medico sono attribuite anche le morti di quattro pazienti, ai quali avrebbe applicato quello che chiamava il “protocollo Cazzaniga”. Il 2 febbraio, al termine di un fluviale interrogatorio della Taroni al Bassone di Como, la Procura ha indagato formalmente la donna e Cazzaniga anche per l’omicidio della madre dell’infermiera, Maria Rita Clerici, morta il 4 gennaio 2014 in casa della figlia, e per quello del suocero, Luciano Guerra.