Morazzone, bimbo ucciso dal padre con una coltellata: "Non dovrà accadere mai più"

Il paese sconvolto dalla morte del piccolo Daniele. I vicini di casa: "Sono cose inaccettabili. Nessuno sapeva. Come ha fatto a guardarlo negli occhi?"

Un’immagine ripresa dall’elicottero: l’auto di Paitone bloccata dalle pattuglie

Un’immagine ripresa dall’elicottero: l’auto di Paitone bloccata dalle pattuglie

Morazzone (Varese) - Non poteva iniziare in maniera peggiore il nuovo anno nel cortile di via Cuffia a Morazzone dove, nonostante tutti conoscano tutti, ieri l’orrore ha strozzato in gola tutte le parole. Gli sguardi muti corrono verso la porta con i sigilli ben visibili messi dai carabinieri, la casa dove il piccolo Daniele è stato scannato dal padre.

Una vicina di casa ha le lacrime agli occhi, "sono cose inaccettabili, un papà non può ammazzare un figlio, è inconcepibile. Non faccio che pensare a quel bambino, quel papà come ha potuto guardarlo negli occhi?". Paitoni non era conosciuto in paese: si era trasferito a casa del padre da quando era ai domiciliari, nessuno sapeva della situazione, del dramma che stava vivendo una famiglia, le lacerazioni, le incomprensioni tra due coniugi, la separazione, un dramma che ha avuto l’epilogo più tragico, il giorno di Capodanno. Il quarantenne ha lasciato un biglietto accanto al cadavere del figlio, una confessione in cui avrebbe scritto "è tutta colpa di Silvia" e anche una nota vocale al padre, dicendogli "non aprire l’armadio". Parole che raggelano il sangue sapendo che cosa nascondevano. "Penso al nonno – dice ancora la vicina – è una persona perbene, ha perso il nipotino, una tragedia nella tragedia, a ucciderlo il figlio. Non ci sono parole". Il sindaco di Morazzone Maurizio Mazzucchelli è stato informato nella notte del delitto, "Esprimiamo vicinanza e cordoglio – dice - dobbiamo impegnarci perché questi episodi di violenza sulle donne e sui minori non abbiano più ad accadere a causa dell’intolleranza e dell’incomprensione, soprattutto all’interno delle famiglie".

Un altro paese è sgomento, Gazzada Schianno, dove Daniele viveva con la mamma Silvia e i nonni materni, e dove frequentava la seconda elementare. Ieri nel pomeriggio la donna è tornata a casa, dimessa dall’ospedale dove nella serata di Capodanno era stata ricoverata dopo essere stata ferita con numerose coltellate dall’ex marito. La giovane mamma straziata dal dolore ha appreso solo mentre era ricovera che il figlio era stato barbaramente ucciso dall’ex marito. Ad attenderla alcuni parenti, nelle loro parole dolore e rabbia, "era un bambino d’oro Daniele, il padre era ai domiciliari per aver accoltellato un collega, non doveva avere il permesso di vederlo!".

La condanna arriva anche dai social dove in tanti si scagliano contro quella che definiscono "tragedia annunciata". "Inizia bene l’anno, ringraziamo la Giustizia italiana e vediamo se adesso non gli danno altri domiciliari". Altri si chiedono perchè "nessuno ha pensato di mettere al riparo un bimbo innocente?". "Era ai domiciliari per aver accoltellato un collega, ma aveva avuto il permesso di tenere il figlio a capodanno. Se è vero, qualcuno - riflette una donna - lo avrà sulla coscienza.....povero bimbo". "Ma si può lasciare il figlio a uno agli arresti domiciliari perché ha accoltellato un collega? Questa tragedia - è l’amara conclusione di molti - si poteva tranquillamente evitare".