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Meridiana è in crisi, 521 posti a rischio: tre settimane per trovare una soluzione

Nuovi forti timori per l’occupazione nell’area dell’aeroporto. A preoccupare è il futuro della compagnia Meridiana dopo l’annuncio, la scorsa settimana, dell’avvio della procedura di mobilità per 1637 dipendenti, di cui 561 «basati» nello scalo varesino, all’interno del piano di rilancio dell’azienda di Rosella Formenti

Alcuni dei lavoratori di Meridiana di stanza a Olbia si sono organizzati in un presidio permanente

Malpensa 8Varese), 26 settembre 2014 - Nuovi forti timori per l’occupazione nell’area dell’aeroporto. A preoccupare è il futuro della compagnia Meridiana dopo l’annuncio, la scorsa settimana, dell’avvio della procedura di mobilità per 1637 dipendenti, di cui 561 «basati» nello scalo varesino, all’interno del piano di rilancio dell’azienda. Subito è partita la mobilitazione dei lavoratori e nelle scorse ore, dopo l’incontro al ministero del Lavoro, l’annuncio che dà al momento un po’ di respiro: il vettore ha accolto l’invito a congelare la procedura fino al 21 ottobre arrivato dai ministri Maurizio Lupi (Infrastrutture) e Giuliano Poletti (Lavoro). Uno stop di tre settimane durante le quali bisogna trovare soluzioni che possano evitare il sacrificio di centinaia di posti di lavoro all’interno della compagnia che ha la sua base principale a Olbia, in Sardegna.

Occorre individuare un’alternativa ai tagli ma dai segnali le speranze sono limitate. I dipendenti hanno organizzato un presidio permanente ad Olbia, mentre nel territorio varesino ancora una volta enti locali e sindacati si trovano a fare i conti con una crisi che potrebbe avere pesanti contraccolpi sull’area che ruota intorno a Malpensa, già penalizzato pesantemente negli ultimi anni. Nel piano di esuberi per ora «congelato» da Meridiana è prevista la mobilità per 561 tra assistenti di volo, piloti e personale di terra basati in brughiera. Una situazione indubbiamente preoccupante per il territorio varesino che solo fino a poche settimane fa era stato con il fiato sospeso per il futuro dei dipendenti di Sea Handling, al capolinea dopo la maximulta da 450 milioni di euro arrivata dalla Ue per presunti aiuti di Stato. Risolta positivamente per i lavoratori di Sea Handling con l’avvio della new company Airport Handling, operativa dal primo di settembre, che ha assunto 1700 dipendenti della vecchia società, ormai «defunta», prevedendo per altri 500 lavoratori passaggi a Sea e incentivi all’esodo, ora l’attenzione è rivolta alla situazione di Meridiana, compagnia interessata da ristrutturazione.

I tagli indicati nel piano preoccupano: la richiesta che arriva dal territorio è di evitare altri sacrifici. Sulla vicenda c’è l’attenzione della Regione Lombardia, espressa dall’assessore regionale al Lavoro Valentina Aprea. «Il ritiro della procedura di mobilità - dice l’esponente della giunta Maroni - è un primo risultato ma ora occorre intervenire per scongiurare la perdita di nuovi posti di lavoro nella nostra regione. Noi siamo pronti a fare la nostra parte». Intanto in questo scenario preoccupante è ancora da definire quali saranno gli effetti su Malpensa dell’accordo tra Etihad-Alitalia, che potrebbe penalizzare proprio lo scalo varesino. Chiarezza su questo fronte è chiesta dai sindaci dei paesi intorno a Malpensa preoccupati da possibili scelte che potrebbero penalizzare proprio lo scalo della brughiera in cerca di rilancio che vorrebbe dire nuovi posti di lavoro. Quei posti, invece, che dal dehubbing sono stati persi. E ora a preoccupare c’è la situazione di Meridiana.