LUCA DI FALCO
Cronaca

Malore in campo per l'arbitro, soccorso da medico della Pro Patria: "Così l'ho salvato"

Massimo Besnati racconta il suo “miracolo” grazie al defibrillatore della società che porta sempre con sé

L’elicottero del 118 sul campo di Renate

Busto Arsizio (Varese), 4 settembre 2018 - Giuramento d’Ippocrate e passione per il pallone non si escludono. Anzi, riuniti nella medesima persona sono provvidenziali, come ha dimostrato il pronto e tempestivo intervento del dottor Massimo Besnati, medico sociale della Pro Patria per soccorrere l’arbitro Serafino D’Alessandro, sessantaquattrenne di Carate Brianza colto da malore al 43’ durante l’amichevole dei tigrotti domenica pomeriggio a Renate. «Ho fatto il medico, sono medico dello sport e istruttore al corso di defibrillazione - racconta l’indomani il dottore dei tigrotti - ma vi assicuro che un conto è applicare il defibrillatore su un manichino con una sequenza precisa da osservare, mentre domenica era la prima volta che mi trovavo ad utilizzarlo su una persona».

«Ripensandoci - prosegue il dottor Besnati- ho fatto tutto bene e nei tempi giusti, cosa abbastanza importante per l’emergenza che si è dovuta affrontare: l’arbitro è stato poi trasportato a Vimercate, per gli esami e gli accertamenti del caso. Quando è caduto in campo, sono intervenuto subito con il defibrillatore della nostra società che porto con me sempre: è la dimostrazione che serve».

Sono stati attimi drammatici quelli vissuti domenica: «Il signor Serafino era sdraiato senza coscienza e con un respiro molto difficoltoso ma aveva ancora il polso, il cuore batteva, gli occhi erano all’insù, ma c’era battito cardiaco: perciò l’ho messo in posizione di sicurezza sul fianco per evitare problemi respiratori, purtroppo Serafino è andato in arresto cardiaco, quindi l’ho dovuto rigirare subito, era senza polso e ho iniziato il messaggio cardiaco. Attorno a me c’erano il massaggiatore Luca Bettinelli, il collega del Renate ed è intervenuto pure il dottore Luigi Valcarenghi, ex medico della Pro Patria ora al Lugano, in tribuna a vedere la partita». Non c’è stato un attimo da perdere per salvare una vita: «Subito ho attaccato le piastre del defibrillatore, ho fatto partire la scarica dell’impulso dopo aver gridato a tutti di allontanarsi e, seguendo le procedure del protocollo, nel giro di due minuti l’arbitro ha finalmente ripreso coscienza, prima dell’arrivo dell’elisoccorso per il trasporto in ospedale. Il defibrillatore è stato provvidenziale, senza sarebbe stata una sicura tragedia».

Il dottor Besnati da una vita segue la Pro Patria, con la passione trasmessa dal suo papà che lo portava a vedere le partite ai tempi della serie A. «Quanto accaduto drammaticamente sul campo - tiene a sottolineare il medico sociale biancoblù - ha fatto emergere un importante spirito di fratellanza, di partecipazione e solidarietà che ci dovrebbe essere sempre sul campo al di là delle rivalità sportive. Ho fatto il mio dovere di medico e tutto per fortuna è andato bene per il signor Serafino: mi ha fatto piacere ricevere l’applauso dei giocatori e della tribuna, oltre che i messaggi di amici e colleghi ma questa vicenda insegna prima di tutto che oltre all’obbligo di avere il defibrillatore per ogni società, è necessario che ci siano sempre almeno cinque o sei persone che lo sappiano usare correttamente».