Saronno, mazzette per vedere i parenti morti all'obitorio: le tariffe degli sciacalli

L’Asst dopo le misure cautelari: "Azioni di isolati soggetti, inqualificabili se confermate. L’ospedale di Saronno è altro"

Saronno (Varese), 30 novembre 2022 - "Non vogliamo dare voce alla vigliaccheria ma alle eccellenze perché l’ospedale di Saronno va oltre e di persone che si impegnano e danno il massimo ce ne sono tante". Sono le parole di Mario Busnelli vicepresidente della Saronno Point associazione che raccoglie fondi per progetti solidali a favore dell’ospedale a concretizzare per primo al tentativo della città di reagire alle notizie sulla corruzione scoperta dai carabinieri attorno all’obitorio cittadino. Le misure cautelari a carico di dieci persone tra cui due dipendenti dell’ospedale arrestati (uno in carcere, una ai domiliari), 4 impresari funebri e 2 medici hanno letteralmente gelato la comunità saronnese.

Le tariffe

Ma ancor di più i dettagli di una vicenda di piccole somme, generalmente intorno ai 50 euro, per favorire una pompa funebre, ma anche per rivestire un morto anche se non era consentito o per vedere un familiare positivo anche se la legge lo impediva. Stessa somma anche per velocizzare una pratica, anche aggirando le norme anticontagio o per allungare la presenza di una salma all’obitorio. E poi il materiale trafugato dal magazzino dell’obitorio ma anche dal seminterrato dell’ospedale. Scatole anche già aperte di guanti, mascherine, bende e persino creme. Emblematico il caso di alcuni vecchi computer dell’ospedale rivenduti a colleghi che ne ignoravano la provenienza.

Le segnalazioni del personale

Una vicenda nata due anni fa dalle segnalazioni della direzione sanitaria partita, come nel caso delle morti sospette in corsia, dal personale stesso che aveva visto il denaro pagato "per farti un caffè" da un impresario ad una dipendente. Erano soldi consegnati a seguito della vestizione di un corpo procedura di per sé vietata all’obitorio. In una nota l’Asst Valle Olona che gestisce l’ospedale rimarca "completa fiducia nella magistratura" bolla come l’accaduto "azioni di isolati soggetti che, se confermate, sono ingiustificabili, ma che non possono prestarsi a generalizzazioni che penalizzano i tantissimi operatori sanitari che svolgono con onestà e passione il loro lavoro".

I due medici coinvolti

Grande clamore anche per il coinvolgimento di due medici di famiglia che si prestavano a fornire false malattie a dipendenti pubblici e privati. Oltre una dozzina i casi documentati dai carabinieri con false crisi di panico, insonnia ma anche faringiti che consentivano ai dipendenti di assentarsi dal lavoro, in alcune circostanze per assistere parenti ricoverati, senza perdere la retribuzione. La vicenda è stata scoperta perché una dipendente dell’obitorio lavorava anche nell’ambulatorio medico dei due mentre i loro certificati la dichiaravano malata per l’azienda ospedaliera.