Maxi-frode fiscale: 23 indagati False fatture per milioni di euro

Chiuse le indagini della Finanza di Varese. Nei guai imprenditori, prestanome e un faccendiere elvetico

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di Rosella Formenti

Chiuse le indagini condotte dai finanzieri del Comando provinciale della Guardia di finanza di Varese, coordinate dalla Procura della Repubblica di Busto Arsizio che ha portato alla luce una maxi-frode fiscale per decine di milioni di euro con false fatturazioni. Sono 23 le persone indagate, tra imprenditori, prestanome e un faccendiere elvetico, diverse le società lombarde e piemontesi utilizzate come "cartiere" per false fatturazioni. Gli uomini delle Fiamme gialle hanno notificato gli ultimi avvisi di garanzia di una articolata istruttoria che ha consentito di ricostruire una frode fiscale continua, attraverso la costituzione di società "cartiere" con le quali gli indagati hanno emesso e ricevuto fatture per operazioni inesistenti coinvolgendo molteplici società operanti tra Lombardia e Piemonte. Un’attività investigativa complessa dalla quale è emersa la prassi utilizzata dagli indagati con la quale le fatture fittizie erano giustificative di bonifici bancari ricevuti dai propri "clienti" a cui veniva restituito il denaro contante al netto di una provvigione variabile costituente il compenso per il "servizio" reso. Il sodalizio, al fine di mascherare il proprio operato reclutava numerosi "prestanome" messi a capo delle società del meccanismo. Gli investigatori si sono avvalsi di analisi di tabulati telefonici, ricostruzioni bancarie, intercettazioni telefoniche e ambientali, pedinamenti e documenti contabili.

Il metodo utilizzato consentiva a diverse società in vari settori merceologici di conseguire indebiti e ingenti risparmi di natura fiscale deducendo costi e spesso detraendo Iva a credito, non spettanti. Un sistema che permetteva anche a possessori di ingenti quantità di denaro contante, di dubbia provenienza, di ripulire il denaro reinserendolo nel circuito legale. Moltissime le aziende finite sotto la lente dei finanzieri che, dal 2017 al 2021, hanno beneficiato di 30 milioni di euro di fatture per operazioni inesistenti oltre all’Iva indebitamente detratta per 4 milioni di euro, 6 milioni i beni sottoposti a sequestro preventivo.