
Gianni Spartà e, a destra, Ezio Motterle
Varese, 5 maggio 2025 – I ricordi di una carriera vissuta fisicamente in provincia, ma con lo sguardo, la curiosità e il pensiero sempre puntati verso un’orizzonte ben più ampio.
Verrà presentato mercoledì 7 maggio – ore 20.45 – a Villa Recalcati, sede della Provincia di Varese (e della prefettura), il nuovo libro di Gianni Spartà, scrittore e giornalista con una lunga vicenda professionale alla Prealpina, testata della quale è stato cronista di punta e nella quale ha scalato le gerarchie, fino a diventarne caporedattore.
"Soggetti smarriti”, questo il titolo (sottotitolo “Mille storie cadute dall’alto”), esce per Macchione, la casa editrice che ha pubblicato numerose altre opere di Spartà. È dedicato a Ezio Motterle, il capo della redazione varesina del Giorno, scomparso di recente.
Compagni di mille avventure in un territorio dove “non è vero che non accade mai nulla”, per citare un altro libro del giornalista nato a Messina, Spartà e Motterle si sono “sfidati” all’ultima storia, fra casi di cronaca nera (uno su tutti, l’omicidio di Lidia Macchi) e la crescita del fenomeno Lega, seguito e fiutato nelle sue potenzialità dirompenti da entrambi fin dai suoi albori.
L’incontro
Autore di saggi e biografie (Giovanni Borghi, Giuseppe Zamberletti, Salvatore Furia, don Vittorione), a Villa Recalcati Spartà dialogherà con Antonio Maria Orecchia, docente di Storia all’Università dell’Insubria e con Michele Mancino, vicedirettore di Varese News. “È un libro nel quale rivivo incontri e storie della mia vita professionale – spiega l’autore – Non è vero che la provincia ti emargina, dalle retrovie a volte si vede meglio, se hai voglia di allungare il collo. Soggetti Smarriti è un romanzo con personaggi in carne e ossa. Non ha una trama anzi ne ha una imprevedibile: la memoria che ti porta dove vuole”.
Il volume si sviluppa in dodici capitoli e si apre con la prefazione di Giangiacomo Schiavi, firma del Corriere. Nelle ultime pagine una serie di flash sotto il cappello di una suggestione televisiva: “Titoli di coda”. Un’espressione, questa, fra le più utilizzate da Motterle. A chiudere il cerchio di un rapporto di affettuosa (e reciproca) stima mascherato, in certi casi, da bonaria rivalità.