La lettera di Nicolò Maja a mamma Stefania e alla sorella Giulia, uccise dal padre

Il testo letto stasera dal 23enne, unico sopravvissuto alla strage familiare di Samarate in cui perse madre e sorellina. In carcere il padre, Alessandro, l'omicida

I carabinieri sul luogo dell'omicidio. Alessandro Maja, la moglie e la figlia

I carabinieri sul luogo dell'omicidio. Alessandro Maja, la moglie e la figlia

Samarate (Varese) - Ecco il testo della lettera struggente scritta da Nicolò Maja, il 23enne unico sopravvissuto alla strage familiare di Samarate in cui perse madre e sorellina. In carcere il padre, Alessandro Maja, l'omicida. Un testo pieno d'amore, rimpianti, addirittura senso di colpa. Ma soprattutto sgomento, incapacità di guardare negli occhi la realtà. Una realtà a dir poco inaccettabile. La lettera di Nicolò alla sua ’Famiglia (im)perfetta’ è stata interpretata dall’attore Marco Bocci durante l’evento ’Women for Women against Violence-Camomilla Award’ a Milano.

Nicolò Maja con l'attore Marco Bocci
Nicolò Maja con l'attore Marco Bocci

“Mamma, Giulia, Dio solo sa quanto mi mancate, mi sforzo inutilmente di non pensare a voi, ma continuo a cercarvi e a sperare di rivedervi, cerco di convincermi di aver vissuto solo un brutto incubo. Giulia, sento ancora le tue risate, l’allegria coinvolgente dei tuoi sedici anni, le nostre serate assieme al cinema, a mangiare fuori, o quando ti accompagnavo in giro, perché non ti lasciavo mai andare da sola. Sentivamo e cantavamo assieme sempre la canzone dei Pinguini Tattici Nucleari, Pastello Bianco. Ogni tanto cercavi di sfuggirmi, ma io non mollavo, volevo stare con te, ti volevo proteggere, eri troppo giovane per uscire da sola. Eravamo una famiglia felice, serena, ricordo ancora le sere tutti assieme a giocare con la settimana enigmistica, papà leggeva le domande e noi a cercare di trovare le risposte. Mi credete se non riesco ancora a capire cosa è successo, a smettere di chiedermelo… Perché?? Perché papà nel pieno della notte vi ha colpito a morte e poi si è accanito anche su di me. Perché lo ha fatto? Mi sento in colpa per non avervi potuto difendere, per essere sopravvissuto, mi chiedo sempre: perché io?

Mamma, penso ai filmini del tuo matrimonio che adoravo vedere e rivedere da piccolo, e la canzone Your song di Elton John che mi accompagnava e che anche adesso continua a ricordarmi di te. Ricordo i tuoi inseguimenti per abbracciarmi e io che mi spostavo per sfuggire ai tuoi baci, adesso non lo posso fare più, sono in un cono d’ombra e faccio fatica ad uscirne.

Mamma, Giulia, vi chiedo perdono… non ho saputo dimostrarvi tutto l’affetto che provavo per voi, sono sempre stato un po’ chiuso, vi amavo immensamente ma ormai non ve lo potrò mai più dire. Adesso tutte le sere mi addormento sperando di incontrarvi, di stare con voi, in un bel sogno, che spero non finisca mai”