
Il presidente della Camera di Commercio di Varese Mauro Vitiello commenta così i dati del secondo trimestre 2025: «Nonostante la fase di incertezza le nostre imprese restano competitive sui mercati Il rallentamento dei primi mesi si è fatto meno accentuato e lo sguardo è rivolto al positivo»
C’è ancora il segno meno, ma per poco. Quello che preoccupa però è l’impatto delle nuove politiche Usa. Pur in una fase infatti di grande incertezza dell’economia sul piano internazionale, nel secondo trimestre 2025 la produzione industriale varesina ha mostrato segni di attenuazione del rallentamento: i dati, elaborati dall’ufficio Analisi Economica di Camera di Commercio, parlano di un -0,8% nel periodo aprile-giugno, in controtendenza rispetto al -1,7% che aveva segnato la prima parte dell’anno. "Siamo alle prese con i timori legati alle politiche commerciali statunitensi, con l’inasprimento del contrasto relativo ai dazi – sottolinea il presidente della stessa Camera di Commercio varesina, Mauro Vitiello – nonostante la fase di incertezza che viviamo, con prospettive deboli a livello globale, le nostre imprese restano competitive sui mercati internazionali e non cessano il loro sforzo per l’innovazione e la produttività. È questo quello che evidenziano dati congiunturali che parlano sempre di un rallentamento ma che comincia a essere meno accentuato, con lo sguardo rivolto al segno positivo".
Parole che trovano un’immediata conferma nelle cifre che riguardano il comparto artigiano varesino, con il +0,1% rispetto al periodo aprile-giugno del 2024. In questo quadro, lo studio – elaborato sulla base dell’indagine congiunturale condotta da Unioncamere Lombardia su un campione di 247 imprese varesine appartenenti appunto all’industria e all’artigianato – non può che raccogliere anche le preoccupazioni delle imprese. Paure che riguardano proprio la questione dei dazi con i possibili effetti negativi sulle esportazioni sia per le imprese industriali (60% di quelle interpellate) che per quelle artigiane (41%). A seguire i rischi geopolitici, che preoccupano soprattutto l’industria (41%), mentre l’artigianato guarda ai rischi collegati agli alti costi dell’energia rispetto agli altri paesi (37%). Sul versante opposto, tra le principali opportunità che potrebbero aprirsi per le imprese c’è il possibile calo dei costi delle materie prime, con un recupero della marginalità aziendale: lo indicano il 44% delle imprese industriali e il 56% di quelle artigiane. Intanto, in tema di dazi, esprime preoccupazione Cna Lombardia Nord Ovest, che comprende anche la provincia dei laghi.