
Preoccupazione per le ricadute della crisi internazionale sulla manifattura locale
Un "crinale pericoloso" per le aziende manifatturiere della Brianza, a partire dalle situazioni critiche "e a dir poco preoccupanti" delle aziende che stanno già presentando problemi importanti per quel che riguarda l’occupazione.
Sono previsioni fosche quelle che mette nero su bianco la Cisl Monza Brianza Lecco, che di fronte ai nuovi dazi Usa invoca "un deciso cambio di passo". Per bocca del suo segretario generale Mirco Scaccabarozzi l’organizzazione sindacale sottolinea come "dopo i chiari di luna di aprile, con una crescita dello 0,9% della produzione industriale al termine di un segno meno durato 26 mesi, il meno 0,7% di maggio, pubblicato questo mese, ha ricondotto alla realtà i toni fin troppo trionfalistici. Morale, la manifattura italiana sta percorrendo un crinale pericoloso e sul territorio la situazione è a dir poco preoccupante anche in termini occupazionali, basta pensare a STMicroelectronics (in foto), Peg Perego e Riello, per citare alcuni esempi". Imputati principali di questa condizione? "Le diatribe commerciali, in primis quella sui dazi, approfondita dagli apprezzamenti dell’euro sul dollaro e sulle divise asiatiche e i conflitti militari in drammatica espansione", dicono dalla Cisl brianzola. L’esito sono "le nostri merci più care negli Usa e un mercato interno infiltrato dai prodotti cinesi, che non penetrano più in America causa protezionismo, con una competitività falsata a danno delle nostre imprese". Di fronte all’accordo annunciato sui dazi tra Ue e Stati Uniti "i conti pesanti che il nostro Paese rischia di pagare in più settori economici strategici – sottolineano dalla Cisl – non possono ridursi a una sorta di compensazione delle perdite. È necessaria una riduzione della dipendenza dall’export, con un ampliamento della domanda interna accompagnato da un aumento di produttività e salari. Italia ed Europa dovranno orientarsi verso mercati alternativi rispetto agli attuali, per ridurre la dipendenza". Per la Cisl occorre "un grande patto sociale, la destinazione di risorse cospicue per produzione e occupazione per l’aumento dei salari e della produttività, per l’innovazione e la formazione".
F.L.