
Sciopero dei lavoratori della Peg Perego
Arcore )Monza e Brianza), 25 luglio 2024 “Ritirate i licenziamenti”. Così, ieri, il ministero delle Imprese ai vertici della Peg Perego, a Roma per trovare una via d’uscita alla crisi. Istituzioni a fianco dei lavoratori, 95 i posti a rischio su 244 dipendenti, e pronte a sostenere un piano industriale “di prospettiva”, diverso da quelli presentati finora “una minestra riscaldata fra riorganizzazione e marketing”, dicono i sindacati. Per la prima volta dopo mesi, i metalmeccanici vedono “aprirsi uno spiraglio nella vertenza”. “Servono innovazione di prodotto e di progetto – spiega Adriana Geppert della Fiom-Cgil Brianza – una strada ribadita dal governo”. Ora si apre un nuovo percorso: “Martedì era già in programma un altro incontro con l’azienda – aggiunge Gloriana Fontana della Fim-Cisl provinciale – dopo questo tavolo, ci aspettiamo di ricominciare il cammino su basi diverse”.
La direzione ha parlato di criticità legate al mondo dei prodotti per la prima infanzia e il ministero ha garantito “di avere risorse disponibili per il rilancio”. I soldi ci sono, “ma bisogna capire come spenderli”.
“Se Peg accetterà il percorso, ci sarà un nuovo incontro con il governo, a settembre”, anticipano le sindacaliste. Roma ha posto una condizione preliminare: “Niente gestione traumatica del personale, occorre cancellare gli esuberi” e se mai si dovesse tornare a parlare di uscite, “dovranno essere solo su base volontaria”. La pratica che sembrava sul binario morto cambia rotta “grazie alle lotte dei lavoratori e all’impegno delle istituzioni”, sottolineano le sigle.
Anche la Regione è scesa in campo e dopo il primo faccia a faccia “interlocutorio” della scorsa settimana, è pronta a riconvocare le parti per mettere a punto il piano di salvataggio dell’occupazione e dello storico stabilimento di Arcore dal quale, dal Dopoguerra, escono carrozzine e passeggini. Non semplici prodotti, ma un pezzo della storia industriale del Paese. Il marchio ha già diversificato in passato. La prima volta nel 1960 ampliando la produzione ai giocattoli: un successo planetario Sì, perché alla fine degli anni Cinquanta il fondatore, Giuseppe Perego, intuì che il futuro sarebbe stato su scala internazionale e aprì la prima fabbrica all’estero, in Germania. Oggi, per i sindacati occorre “ritrovare quello spirito e quella visione”.