BAR.CAL.
Economia

Licenziamenti Peg Perego ad Arcore, il Pd in Parlamento: “Urso convochi subito l’azienda”

Novanta posti tagliati: "La situazione è gravissima, serve un impegno concreto"

Novanta posti tagliati alla Peg Perego di Arcore: "La situazione è gravissima, serve un impegno concreto"

Novanta posti tagliati alla Peg Perego di Arcore: "La situazione è gravissima, serve un impegno concreto"

I 90 licenziamenti e il futuro a rischio della Peg Perego ad Arcore rimbalzano in Parlamento. Interrogazione del Pd alla Camera. "Urso convochi subito l’azienda, la situazione è gravissima": così la dem Silvia Roggiani chiede al ministro del Made in Itay "di intervenire con urgenza per evitare la dismissione dello stabilimento dove lavorano ancora in 236".

Testo sottoscritto dai deputati Gianni Cuperlo, Eleonora Evi, Antonella Forattini, Lorenzo Guerini, Vinicio Peluffo e Lia Quartapelle per sollecitare "il confronto con la proprietà, i sindacati e gli enti locali per costruire un percorso credibile di rilancio o riconversione industriale che tuteli l’occupazione e il futuro produttivo della Brianza". "Una scelta gravissima – sottolinea Lorenzo Sala, segretario provinciale – giustificata dalla direzione con la pressione della concorrenza cinese e dai dazi sul mercato americano, ma assunta senza confronto serio con le parti sociali. Un atto unilaterale che colpisce duramente una realtà produttiva storica, fatta in larga parte da lavoratrici. E sappiamo bene quanto, in caso interruzione del rapporto, per molte donne sia difficile trovare nuova occupazione e ricostruire un futuro dignitoso e indipendente".

"Chiediamo – dice Roggiani – un impegno concreto da parte del governo per non lasciare soli gli operai a difendere il tessuto industriale brianzolo, che merita risposte e prospettive, e non certo di essere abbandonato dal governo". La crisi cominciata prima del Covid è entrata "in una fase drammatica", sottolineano Fim e Fiom dopo lo sciopero di venerdì scorso.

I metalmeccanici incontreranno la direzione il 9 luglio. "Ribadiremo che non possono essere i dipendenti a pagare gli errori di questi anni: trasferire lavorazioni in Cina, una pratica che continua, anziché diversificare, è in cima alla lista. Serve una nuova stagione, cioè un piano industriale supportato dal pubblico che permetta innovazione di prodotto e di processo. L’unica strada per salvare posti di lavoro e prospettive". Concetti ribaditi al corteo per le strade di Arcore che ha ospitato l’epopea della fabbrica dei passeggini e dei giocattoli, una delle più importanti sul territorio e nel Paese, ora in grossa difficoltà. E per scongiurare il peggio le tute si sono rivolte anche alla Regione.