Il puzzle scomposto di Alessandro Maja

Migration

Gli inquirenti stanno mettendo assieme le ultime tessere del puzzle, e presto potrebbero chiudere le indagini. Atto che preluderebbe a una richiesta di processo per Alessandro Maja, il geometra 57enne con studio a Milano che la notte fra il 3 e il 4 maggio ha ucciso la moglie Stefania Pivetta e la figlia Giulia, massacrando a colpi di martello anche il primogenito Nicolò, unico superstite. Gli ultimi rilievi dei carabinieri del Ris nella villetta in via Torino a Samarate, la raccolta di testimonianze e l’analisi di contatti, debiti e bilanci aziendali per trovare una spiegazione all’improvvisa esplosione di violenza, che ha portato l’uomo "ossessionato dai problemi economici" ad annientare la sua famiglia. Maja resta nel carcere di Busto Arsizio, sotto stretta osservazione visto che dopo il massacro aveva già tentato di togliersi la vita. Il figlio 23enne, Nicolò, sta portando avanti la sua battaglia all’ospedale di Circolo di Varese. La sue condizioni migliorano settimana dopo settimana, unico segnale di speranza nella tragedia che ha sconvolto la famiglia.

A.G.