SILVIA VIGNATI
Cronaca

Il lavoro non ha genere. Ecco le donne vincenti. Ce l’hanno fatta oltre gli stereotipi

Le risorse femminili in ruoli occupati tendenzialmente da uomini: nell’incontro di Confindustria Altomilanese il punto sul tema. Testimonianze e aneddoti su come emergere in settori non tradizionali .

Il lavoro non ha genere. Ecco le donne vincenti. Ce l’hanno fatta oltre gli stereotipi

Sono gli stereotipi, i condizionamenti culturali e le resistenze che ci fanno pensare che esistono i lavori da uomo e i lavori da donna. Si è ragionato su questi temi giovedì nell’incontro promosso del Gruppo imprenditoria femminile di Confindustria Alto Milanese. L’incontro verteva su ‘“Sfida di genere, donne in ruoli non tradizionali”, e ha permesso di ascolare le testimonianze di imprenditrici e lavoratrici.

Ha introdotto Stefania Solari, in rappresentanza del Gruppo: "Questo evento vuole essere un punto di partenza e stiamo già pensando di lanciare un progetto concreto: raccogliere l’adesione di aziende pilota che cercano tecnici e aiutare a formare e preparare risorse femminili selezionate". Debora Nozza è computer scientist e assistant Professor all’Università Bocconi di Milano. Ha ottenuto il più grande finanziamento europeo (un milione e mezzo di euro) per una ricerca sull’uso dell’intelligenza artificiale per individuare i commenti di cyber bullismo sui social. Nata nel 1989, all’università ha scelto Informatica: "Cinque donne su 150 studenti - ha ricordato -. I miei compagni maschi mi hanno aiutata, però noi ragazze dovevamo dimostrare che "ce la potevamo fare", non bastava accontentarsi del 18. Poi quando ho iniziato a insegnare, gli studenti mi vedevano come una loro compagna, così ho iniziato a dare a tutti loro "del lei". Noi donne abbiamo più paura di lanciarci, e sbagliamo".

Alessandra Sitton, Direzione del personale della CBS Compositi di Magnago, ha raccontato l’evoluzione dell’azienda negli ultimi 15 anni: "Quando sono arrivata le donne non c’erano - ha detto -. Poi ne ho inserita una in un gruppo di 30 uomini: un fallimento, se n’è andata. Allora ne ho inserite 5 insieme ed andata bene. Oggi su 100 lavoratori la metà sono donne. Lavorano anche in campi che si pensa tradizionalmente maschili, come la logistica e il controllo numerico". Poi una video intervista a Michela Ferrarese, operaia metalmeccanica specializzata in saldatura: "Ah, vi fanno saldare a voi donne, mi chiede ancora qualcuno? - ha detto -. Sì, serve una buona mano ferma e pazienza. Lo possono fare anche le donne. Anzi: io ne sono orgogliosa".

Snezana Stojanovic lavora all’azienda Colombo di Rescaldina: "Da otto mesi faccio tovaglie di plastica, gestisco il macchinario. All’inizio non è stato facile. Mi sono ritrovata in un gruppo di lavoro di 26 uomini, io sola donna. All’inizio i colleghi maschi mi davano consigli che volevano essere affettuosi, ma io non li percepivo tali. Non vedo nulla di pesante nel mio lavoro, in passato ho lavorato anche nel carico-scarico. I miei colleghi maschi? Posso dire con rispetto che si sono rassegnati".