Il lavoro non ha genere. Ecco le donne vincenti. Ce l’hanno fatta oltre gli stereotipi

Le risorse femminili in ruoli occupati tendenzialmente da uomini: nell’incontro di Confindustria Altomilanese il punto sul tema. Testimonianze e aneddoti su come emergere in settori non tradizionali .

Il lavoro non ha genere. Ecco le donne vincenti. Ce l’hanno fatta oltre gli stereotipi

Il lavoro non ha genere. Ecco le donne vincenti. Ce l’hanno fatta oltre gli stereotipi

Sono gli stereotipi, i condizionamenti culturali e le resistenze che ci fanno pensare che esistono i lavori da uomo e i lavori da donna. Si è ragionato su questi temi giovedì nell’incontro promosso del Gruppo imprenditoria femminile di Confindustria Alto Milanese. L’incontro verteva su ‘“Sfida di genere, donne in ruoli non tradizionali”, e ha permesso di ascolare le testimonianze di imprenditrici e lavoratrici.

Ha introdotto Stefania Solari, in rappresentanza del Gruppo: "Questo evento vuole essere un punto di partenza e stiamo già pensando di lanciare un progetto concreto: raccogliere l’adesione di aziende pilota che cercano tecnici e aiutare a formare e preparare risorse femminili selezionate". Debora Nozza è computer scientist e assistant Professor all’Università Bocconi di Milano. Ha ottenuto il più grande finanziamento europeo (un milione e mezzo di euro) per una ricerca sull’uso dell’intelligenza artificiale per individuare i commenti di cyber bullismo sui social. Nata nel 1989, all’università ha scelto Informatica: "Cinque donne su 150 studenti - ha ricordato -. I miei compagni maschi mi hanno aiutata, però noi ragazze dovevamo dimostrare che "ce la potevamo fare", non bastava accontentarsi del 18. Poi quando ho iniziato a insegnare, gli studenti mi vedevano come una loro compagna, così ho iniziato a dare a tutti loro "del lei". Noi donne abbiamo più paura di lanciarci, e sbagliamo".

Alessandra Sitton, Direzione del personale della CBS Compositi di Magnago, ha raccontato l’evoluzione dell’azienda negli ultimi 15 anni: "Quando sono arrivata le donne non c’erano - ha detto -. Poi ne ho inserita una in un gruppo di 30 uomini: un fallimento, se n’è andata. Allora ne ho inserite 5 insieme ed andata bene. Oggi su 100 lavoratori la metà sono donne. Lavorano anche in campi che si pensa tradizionalmente maschili, come la logistica e il controllo numerico". Poi una video intervista a Michela Ferrarese, operaia metalmeccanica specializzata in saldatura: "Ah, vi fanno saldare a voi donne, mi chiede ancora qualcuno? - ha detto -. Sì, serve una buona mano ferma e pazienza. Lo possono fare anche le donne. Anzi: io ne sono orgogliosa".

Snezana Stojanovic lavora all’azienda Colombo di Rescaldina: "Da otto mesi faccio tovaglie di plastica, gestisco il macchinario. All’inizio non è stato facile. Mi sono ritrovata in un gruppo di lavoro di 26 uomini, io sola donna. All’inizio i colleghi maschi mi davano consigli che volevano essere affettuosi, ma io non li percepivo tali. Non vedo nulla di pesante nel mio lavoro, in passato ho lavorato anche nel carico-scarico. I miei colleghi maschi? Posso dire con rispetto che si sono rassegnati".