I sinti restano dove sono Il Tar: stop allo sgombero

Gallarate, confermata la sospensione del provvedimento emesso dal Comune nei confronti delle tre famiglie che avevano impugnato la decisione

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di Rosella Formenti

Confermata dal Tar di Milano l’ordinanza di sospensione del provvedimento di sgombero emesso dal comune di Gallarate nei confronti delle tre famiglie sinti che avevano impugnato il provvedimento. Restano in via Lazzaretto, in attesa dell’udienza di merito, fissata il 25 maggio prossimo. Evidenziato dal Tribunale amministrativo come il comune abbia disatteso il suo ordine di riesaminare la posizione. Inoltre a Palazzo Borghi è stato ingiunto di assicurare le necessarie condizioni umane per i sinti.

"C’è soddisfazione per un provvedimento che nuovamente mette in luce la condotta illegittima del comune e al tempo stesso ha imposto il rispetto dei diritti umani dei ricorrenti", ha commentato l’avvocato Luca Bauccio, difensore delle famiglie Sinti ricorrenti.

A dicembre dello scorso anno il Tar, dopo l’ordinanza di sospensione dello sgombero, aveva imposto al comune di concedere l’allacciamento delle famiglie ai servizi di acqua e corrente elettrica, pochi giorni prima di Natale la situazione era stata risolta e i servizi attivati.

Ieri il nuovo pronunciamento del Tar sul quale è intervenuta anche Diana Pavlovic, attivista dei popoli rom e sinti che ha detto: "È una vittoria del diritto e della Costituzione, avanti così sulla strada dell’uguaglianza e del rispetto delle minoranze rom e Sinti, ora chiediamo al comune di aprire un tavolo per trovare soluzioni ed evitare conflitti".

Va ricordato che tre famiglie sinti (complessivamente 20 persone) sono tornate l’estate scorsa in via Lazzaretto, nell’area da cui erano state con altre sgomberate nel 2018, il comune nel mese di luglio ha emesso l’ordinanza di sgombero, provvedimento contro cui gli interessati hanno presentato al Tar la richiesta di sospensiva, accolta nel mese di novembre.

Il Tar aveva rilevato che la loro presenza nell’area non è affatto abusiva, ma giustificata dall’ordinanza emessa proprio dal comune di Gallarate nel 2007 (con la quale era stato concesso l’utilizzo dello spazio attrezzato). Il provvedimento del Comune di Gallarate secondo il Tar non ha tenuto conto dell’ordinanza del 2007 che aveva reso legittimo il loro insediamento in quell’area. L’altro giorno la conferma dell’ordinanza di sospensione, l’udienza di merito è fissata per il 25 maggio.