
Entrambe le operazioni sono state effettuate dagli uomini dell’Arma
Prima l’identificazione di un’auto sospetta in un territorio già nel mirino dei carabinieri per lo spaccio, poi il pedinamento fino al luogo dello scambio di chili di stupefacenti, infine l’inseguimento a piedi, con la necessità di neutralizzare la reazione di uno dei fuggitivi. Si è concluso con l’arresto di quattro persone per detenzione e spaccio – per uno si aggiunge la resistenza a pubblico ufficiale – il sequestro di nove chili di droga e 40mila euro in contanti, l’intervento dei carabinieri sabato pomeriggio tra Inveruno e Sedriano. I militari hanno individuato l’auto sospetta sulle strade di Inveruno: a bordo un ventitreenne di Sedriano e una donna classe 1988, residente a Ospitaletto, nel Bresciano. I carabinieri hanno seguito l’auto fino a Sedriano, luogo scelto per lo scambio di droga e denaro con altri due soggetti, due ventiquattrenni di Cuggiono e Mesero. A quel punto, proprio nel momento dello scambio e quindi in flagranza di reato, i carabinieri sono entrati in azione: i tre ragazzi si sono dati alla fuga a piedi, mentre la donna è stata subito bloccata. L’inseguimento è durato qualche minuto, finché i militari non sono riusciti a fermare i tre: il 23enne di Sedriano, l’unico con precedenti penali, ha anche opposto resistenza. I quattro si stavano scambiando otto chilogrammi di hashish e uno di marijuana con contanti per 28mila euro. I militari, nelle successive perquisizioni, hanno poi trovato altri 8mila euro oltre a 3mila in possesso del gruppo. Tutti e quattro sono stati arrestati per detenzione e spaccio e condotti in carcere.
Sono quattro anche i marocchini arrestati nel Pavese per detenzione e spaccio, porto abusivo di armi ed estorsione aggravata nell’ambito di un’inchiesta che, come riferiscono i carabinieri di Stradella, è stata fondata sull’intercettazione di oltre 22mila conversazioni telefoniche d’interesse investigativo". Tutti gli arrestati erano già detenuti per reati analoghi a quelli ora contestati. Le piazze di spaccio del gruppo avevano come punto d’origine Broni ed arrivavano fino alla zona di Varese. In media al giorno gli arrestati avrebbero guadagnato 3mila euro dal narcotraffico. La loro firma, pestaggi a chi si rifiutava di spacciare per loro.