
Giada Molinaro, travolta e uccisa in via dei Mille
Varese, 28 marzo 2017 - Sei anni di carcere. È la condanna inflitta nel processo di primo grado a Flavio Jeanne, il cuoco di 24 anni che lo scorso 14 settembre travolse e uccise Giada Molinaro, 17 anni, studentessa varesina che stava attraversando sulle strisce in via Milano a Varese. Jeanne fuggì e fu arrestato due giorni dopo l’incidente: il carrozzerie al quale aveva portato la Kia Rio con cui aveva travolto la diciassettenne non credette alla sua storia (Jeanne disse di aver investito un cinghiale) e chiamò i carabinieri. Dopo l’arresto il giovane ha confessato: ieri la sentenza.
La prima in Lombardia per omicidio stradale con l’aggravante della fuga. Il pm Massimo Politi aveva chiesto una condanna a 7 anni e 8 mesi, il massimo della pena per un processo con rito abbreviato, che prevede lo sconto di un terzo della pena. Il gup Alessandro Chionna ha «sottratto» alla richiesta dell’accusa un anno e 8 mesi pur non avendo riconosciuto al ragazzo le attenuanti generiche. E dopo la sentenza sono arrivate la rabbia e l’indignazione di Stefania e Pasquale Molinaro, i genitori di Giada: «La vita di nostra figlia non vale soltanto sei anni. Questa non è giustizia e la legge non è uguale per tutti. È una vergogna». Pasquale Molinaro ha aggiunto: «Jeanne non ha avuto nemmeno il coraggio di venire in aula».
Assistiti dall’avvocato Corrado Viazzo, si sono costituiti parti civili e hanno ottenuto un risarcimento da quantificare in sede civile. Nel corso dell’udienza l’avvocato Alberto Talamone, difensore di Jeanne, ha sostenuto che Giada «era distratta perché parlava al telefono». E ha spiegato che Jeanne «non si è fermato perché di colore, e ha avuto paura di essere linciato da chi era presente al momento dell’incidente». Nel corso della requisitoria il pm ha invece spiegato di «essere certo, anche se non posso dimostrarlo, che Jeanne era alla guida sotto l’effetto di stupefacenti e per questo ha deciso di non fermarsi»