Gallarate, sinti sgomberati sotto occhi rassegnati. Famiglie a caccia di una sistemazione

Qualcuno andrà da conoscenti, altri dormiranno in auto

sgombero campo sinti Gallarate

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Gallarate (Varese), 29 novembre 2018 - Per l'intera giornata ieri è continuato lo sgombero del campo sinti in via Lazzaretto 50 a Gallarate. L’area si avvia ad essere completamente svuotata. Ieri gli spostamenti di roulotte e case mobili, complessivamente 8 quelli portati via, si sono svolti in un clima privo di tensioni, alla presenza della Polizia locale. In mattinata i volontari della Cri hanno distribuito caffè e té a tutti, alcuni di loro hanno svolto attività di animazione giocando con i bambini del campo che stanno vivendo questa difficile situazione. Le mamme in questi giorni hanno cercato di tranquillizzarli, ma come faceva notare una di loro ieri, «Capiscono che noi genitori siamo molto preoccupati, sanno che dobbiamo andare via e di notte non dormono, è un trauma per tutti». I mezzi sono entrati nel campo e hanno agganciato le casette sotto lo sguardo rassegnato dei sinti.

«Siamo rassegnati e amareggiati – diceva ieri Ivano Tribibi – non pensavamo che potesse finire in questo modo, costretti ad andarcene, messi sulla strada, dove andiamo ora?». Tribibi ha quattro figli, due sono minori, la sua casetta mobile è tra quelle ancora da spostare: «Purtroppo non c’è un’altra area dove collocarla sono per strada» ripeteva. Tribibi come qualche altra famiglia del campo stava valutando la possibilità della sistemazione temporanea sotto le tende allestite dal comune per i minori e gli anziani. Soluzione che l’altro giorno non è stata accettata da nessuno dei sinti. Ieri lo sgombero è continuato con la rimozione di 8 tra roulottes e casette mobili, nell’area ne restano altre 8. Nel pomeriggio di ieri i sinti hanno cominciato a smantellare la casetta con la copertura termica, struttura che Pino, muratore, sposato con una sinti, aveva realizzato unendo tre roulottes. «Ho cinque figli – diceva ieri – che cosa faremo ora? Dormiremo in macchina, non abbiamo più la casa». Qualcuno di loro ha trovato una sistemazione presso conoscenti, per gli altri c’è la strada ma come ha disposto l’ordinanza del sindaco Andrea Cassani non potranno fermarsi per più di 24 ore nel territorio comunale gallaratese.

«E’ una situazione assurda e disumana» sottolineava ieri Cinzia Colombo, tra i volontari attivi nel campo in via Lazzaretto, esponente di Liberi e Uguali ed ex assessore alla Partecipazione democratica nella giunta di centrosinistra del sindaco Edoardo Guenzani. «Non si doveva arrivare a questo sgombero – continuava Colombo – quello che secondo il sindaco Cassani risolve il problema nella realtà dei fatti lo aggrava. Queste persone sono per strada e non è la soluzione la tendopoli». Sempre ieri il presidente provinciale delle Acli Filippo Pinzone ha inviato al sindaco una proposta di impegno per trovare «una soluzione temporanea per la collocazione provvisoria delle casette mobili delle famiglie che non sono riuscite a trovare autonomamente una sistemazione». Il sindaco Cassani, comunque, non pare intenzionato ad alcun rinvio. Già oggi potrebbero arrivare le ruspe a demolire le case rimanenti.