Busto, Eolo sotto inchiesta: il fondatore ai domiciliari

L’accusa: “rubate” le frequenze per beffare la concorrenza

 La sede di Eolo

La sede di Eolo

Busto Arsizio, 28 novembre 2018 - Frequenze libere e veloci “rubate” per bruciare la concorrenza con un guadagno considerato illecito per 3,5 milioni di euro, prima di rientrare nei ranghi. Di questo sono accusati dirigenti della società Eolo, provider web che opera su scala nazionale con sede a Busto Arsizio, il cui amministratore delegato Luca Spada è da ieri ai domiciliari in seguito a un’operazione della Guardia di Finanza. Per lui l’accusa è truffa ai danni dello Stato pluriaggravata, furto di radiofrequenze non autorizzate pluriaggravato e turbata libertà dell’esercizio di un’industria o di un commercio. Secondo le indagini, coordinate dalla procura di Busto Arsizio, Eolo avrebbe fornito illegittimamente al pubblico servizi di connessione ultra rapida tramite tecnologia wireless, occupando frequenze non ancora assegnate dal ministero dello Sviluppo Economico. Una pratica che avrebbe consentito di guadagnare illecitamente circa 3,5 milioni di euro, ora sequestrati dai conti societari.

Per capi d’accusa analoghi sono indagati altri cinque manager e la società stessa, accusata di non aver adottato modelli organizzativi e di gestione idonei a prevenire i reati, commessi nel suo interesse o a suo vantaggio, secondo le norme della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche. Secondo gli inquirenti la società, grazie a modem di ultima generazione forniti agli abbonati, avrebbe utilizzato senza autorizzazione una banda di frequenza non ancora assegnata ad alcun operatore, riuscendo a offrire una connessione internet più veloce. Tale comportamento, stando all’inchiesta, non solo ha arrecato danno allo Stato in assenza del pagamento degli oneri di concessione, ma ha consentito a Eolo di ampliare la propria quota di mercato a discapito della concorrenza che agisce in modo lecito sulle bande consentite. Nel corso delle indagini sarebbe stato anche accertato che la società, utilizzando illecitamente un sistema informatico di controllo a distanza (“da remoto”) delle proprie antenne dislocate sul territorio nazionale, sarebbe riuscita a eludere i controlli che periodicamente il ministero svolge sull’utilizzo delle bande di frequenza assegnate agli operatori del settore.

«Eolo apprende con stupore che Luca Spada, amministratore delegato della società, è stato sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari per una vicenda chiarita due anni fa presso le sedi competenti - si legge in una nota stampa diffusa da Eolo, che poi prosegue - L’azienda e i soci rinnovano la fiducia sia nei confronti del proprio top management che nelle autorità competenti, certi che la vicenda verrà chiarita nell’interesse di tutte le parti coinvolte». A quanto emerso, dopo l’avvio dell’inchiesta, la società sarebbe tornata a operare su frequenze regolari. Alcuni dei manager indagati inoltre non lavorano più in Eolo.