Da una cava all’area di via Giotto: il caso del movimento terra finisce in Procura

La minoranza segnala possibili irregolarità. E Arpa fa un sopralluogo

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Le minoranze consiliari si sono rivolte alla Procura di Pavia per fare chiarezza sul trasporto di terra da una cava di Cassano Magnago, depositata sui terreni di via Giotto dove dovrebbe sorgere un centro commerciale.

"Quello che stanno facendo è chiaramente il basamento per il nuovo parcheggio, perché alla terra cavata hanno mischiato detriti da demolizione. E sono certo – commenta Alberto Fossati, già candidato sindaco (nella foto) – che se il Consiglio di Stato confermerà la sentenza del Tar, un minuto dopo al Comune arriverà la richiesta di deposito definitivo, mentre quella attuale è solo temporanea".

L’iter controverso di questa vicenda è stato ricordato nel corso di una assemblea pubblica indetta dai gruppi di minoranza consiliare. La prima domanda di autorizzazione del deposito di terra era del 26 agosto, a cui il Comune risponde il 7 settembre diffidando dal portare terra in mancanza di titolo edilizio e della verifica del luogo da parte della sopraintendenza archeologica. La domanda viene rinnovata il 20 ottobre. Nel frattempo l’Arpa ribadisce che non si può fare in assenza di titolo edilizio. La terza richiesta è del 18 novembre, a cui segue l’autorizzazione del Comune il 29 novembre. Ma il titolo edilizio ancora non c’è.

Nonostante ciò, i camion portano 49mila metri cubi di terra su un’area di 2.600 metri quadrati, la stessa superficie prevista per il parcheggio. L’amministrazione, interpellata, risponde lacunosamente e le minoranze passano il tutto alla Procura.

Intanto l’Arpa regionale lunedì ha fatto un sopralluogo in via Giotto, verificando la qualità della terra depositata, recandosi successivamente all’ufficio tecnico in Comune, per la verifica dei documenti sulla movimentazione. Giovanni Chiodini