Sessant’anni, in Rianimazione: così il paziente di Varese ha preso il Covid africano

Negativo alla partenza, positivo e malato allo sbarco a Malpensa

Il dottor Giuseppe Catanoso, direttore sanitario dell’Ats Insubria

Il dottor Giuseppe Catanoso, direttore sanitario dell’Ats Insubria

Varese, 5 febbraio 2021 - È attualmente ricoverato nel reparto di terapia intensiva dell’Ospedale di Circolo di Varese l’uomo di 60 anni, residente nel Varesotto, sul quale mercoledì è stata riscontrata, primo caso in Italia, la variante sudafricana del coronavirus. Ad identificare la variante è stato il laboratorio di microbiologia dello stesso nosocomio varesino, dove una settimana fa era stato individuato anche il primo caso italiano di variante brasiliana. L’Ats Insubria sta provvedendo al tracciamento per ricostruire i contatti dell’uomo, attraverso la sorella. Su queste persone è già in corso l’esecuzione dei tamponi che verranno a loro volta esaminati.

«Dal momento in cui abbiamo avuto l’indicazione della presenza della variante, abbiamo avviato l’attività contattando i sindaci – spiega il direttore sanitario dell’Ats Giuseppe Catanoso – è l’unico modo che abbiamo per cercare di bloccare la diffusione di queste varianti". L’Istituto superiore di sanità dovrà invece confermare l’analisi del campione già eseguita a Varese. Ats Insubria ha fornito intanto alcuni dettagli sulla vicenda che vede protagonista il 60enne, rientrato pochi giorni fa all’aeroporto di Malpensa dall’Africa meridionale. L’uomo proveniva dal Malawi e aveva viaggiato da solo. Prima di partire si era sottoposto ad un tampone: il test era risultato negativo. All’arrivo a casa non si era registrato sul portale per il rientro dall’estero approntato dall’Ats Insubria, ma si era comunque posto in quarantena fiduciaria. Le sue condizioni di salute sono però peggiorate: l’uomo, che vive da solo, ha avuto un malessere e ha chiamato un’ambulanza che lo ha portato in ospedale.

L’esito positivo del tampone e l’area di provenienza geografica hanno fatto scattare l’allarme, rendendo necessaria l’indagine per l’individuazione della variante del SarsCov2 che aveva contratto. Un procedimento, quello di sequenziamento del virus, particolarmente lungo e complesso, che ha portato alla scoperta della variante sudafricana nel tampone.