Coronavirus, a Varese sei robot in corsia per aiutare i medici

"Il primo si chiama Tommy". Il dottor Francesco Dentali lo ha battezzato con lo stesso nome di suo figlio

L'ospedale di Circolo di Varese

L'ospedale di Circolo di Varese

Milano, 27 marzo 2020 - Sei robottini in corsia per aiutare medici e infermieri "Il primo si chiama Tommy". Lo ha battezzato con lo stesso nome di suo figlio il professor Francesco Dentali, direttore del reparto di Medicina ad Alta Intensità dell'Ospedale di Circolo di Varese. Da oggi aiuteranno il personale sanitario nell'assistenza a dodici pazienti affetti da Covid-19, un robot ogni due pazienti.

 Entrano nelle camere e permettono il monitoraggio a distanza: grazie alla telecamera di cui sono dotati, il personale vede il paziente e il monitor che ha accanto senza accedere fisicamente alla stanza, riducendo così il consumo di dispositivi di protezione e risparmiando tempo, compreso quello per la vestizione e la svestizione. Ma questi robottini dal viso simpatico e delle dimensioni di un bambino sono dotati anche di un'umanità riflessa: per loro tramite, infatti, medici e infermieri possono anche parlare al paziente e, se non ha il casco per l'ossigeno, lui può rispondere.

"Ovviamente questi robot non eliminano il contatto umano con il paziente, ma riducono gli accessi. - spiega Dentali, a capo di una squadra chiamata ad assistere oltre 83 degenti, con una ventina di medici in parte neossunti, in parte 'prestati' grazie alla collaborazione degli altri reparti - Anzi, facendoci risparmiare il tempo della vestizione e svestizione, che ha un impatto notevole sulla nostra attività, a migliorare sarà anche la qualità del tempo che dedicheremo ai nostri pazienti".