"Con le ferie sospese ai tempi del Covid"

Una delegazione dell’Asst Ovest Milanese alla manifestazione nazionale indetta dal Nursind, il sindacato degli infermieri

LEGNANO

di Giovanni Chiodini

C’era anche una delegazione dell’Asst Ovest Milanese alla manifestazione che si è svolta ieri a Roma, indetta dal sindacato degli infermieri, il Nursind. All’agitazione non hanno partecipato le altre sigle.

"Da troppo tempo i problemi che viviamo quotidianamente non trovano soluzione, anzi si aggravano – affermano i delegati sindacali Nursind dell’Asst – Mancanza di nuove assunzioni, mativo e non solo. Sono 23 mesi che lavoriamo intensamente in situazioni a rischio, saltando i riposi. Adesso addirittura ai capisala dalla direzione di Asst è stata data la direttiva di non concedere le ferie pur di mantenere il personale in servizio in numero sufficiente per garantire la funzionalità dei vari reparti. L’unica cosa che a Cuggiono ci è stata concessa – affermano i sindacalisti – è di mantenere l’ospedale Covid-free. Lo scorso anno invece non era così: c’erano molti pazienti col Covid tra i ricoverati, a mettere a rischio la salute di chi lavorava nei reparti, e solo dopo le nostre denunce questa situazione è stata sanata. Oggi, appena si palesa un contagio il paziente viene subito trasferito a Legnano o a Magenta".

Il settore infermieristico sconta il ritardo della politica nel rivedere il contratto nazionale di lavoro e il mancato inserimento dell’emendamento alla Legge di bilancio 2022, che avrebbe dovuto svincolare l’erogazione dell’indennità specifica infermieristica dal rinnovo contrattuale.

"Gli infermieri da ormai due anni incessantemente, con scarsi presìdi, ferie sospese, spostamenti improvvisi di reparti, sovraccarico di lavoro, carenze di personale, si sacrificano per salvare le vite dei concittadini. Col loro impegno sostengono la ripresa economica del Paese e favoriscono la difesa delle libertà, senza alcun riconoscimento economico – osserva Andrea Bottega, segretario Nursind – Gli stipendi sono tra i più bassi d’Europa. Molti si licenziano, stanchi di sacrifici e rischi. Gli infermieri sono professionisti e non missionari. I loro sono obblighi contrattuali, ma devono essere adeguatamente compensati con giusti stipendi e dignitose condizioni di impiego. Gli infermieri, che il Covid l’hanno affrontato a stretto contatto con le migliaia di persone che non ce l’hanno fatta, chiedevano un segnale concreto di vicinanza da parte delle istituzioni. Non l’hanno avuto. Per questo ieri abbiamo manifestato la nostra rabbia".