Omicidio nei boschi a Castelveccana, il giallo delle armi. "Due raffiche di spari"

Varese, il titolare di un B&B ricorda la sera della morte di Rachid Nachat: due distinte sequenze di esplosioni. Il giovane marocchino ucciso da una pallottola di gomma da fucile sparata a distanza ravvicinata

Il luogo dell’omicidio (a sinistra) e Luca Forma, titolare del Gatto Nero

Il luogo dell’omicidio (a sinistra) e Luca Forma, titolare del Gatto Nero

Due distinte serie di colpi.  Con tonalità differenti come se non fossero usciti dalla stessa arma. Esplosi in due momenti diversi, anche se molto ravvicinati. È l’importante testimonianza di Luca Forma, varesino, sessant’anni, da venti titolare con la moglie del B&B Il Gatto Nero, alla località Sant’Antonio, territorio di Castelveccana. Alla congiunzione fra la Provinciale 7 e la 8, ascesa verso la montagna, natura incontaminata, alberi antichi, una chiesa, la cascata della Froda con la leggenda di un fantasma che ogni notte s’immerge e scompare nelle sue acque. A non più di cento metri in linea d’aria da dove, il pomeriggio del 10 febbraio, è morto Rachid Nachat, trentaquattro anni, origini marocchine.

"Erano - racconta Luca - le cinque del pomeriggio di venerdì scorso. Ero fuori, nell’orto, a prendere pezzi di legna. Ho sentito due serie distinte, anche se molto ravvicinate, come degli scoppi. Una prima serie e appena dopo l’altra. Due suoni diversi. I primi, in rapida successione, avevano un suono più acuto, mentre il suono di quelli della seconda serie era più profondo. Più colpi per ciascuna, direi tre o quattro. Ho avuto l’impressione che per una delle due serie, non saprei dire quale, ci fosse stato un colpo in più".

"Sembravano esplosioni, spari. Certamente non erano petardi. Mi pare che la caccia sia chiusa. Ho pensato a qualche bracconiere. Sono sicuro che fossero le cinque del pomeriggio. Me l’ha confermato mia figlia il giorno dopo. Verso le sette di sera è arrivato un elicottero, con un faro che illuminava a giorno. Ho pensato che qualcuno si fosse perso nei boschi, capita. In casa non abbiamo la televisione, per scelta. Ho seguito le notizie su internet. Martedì c’era qui uno schieramento di polizia. Almeno dieci macchine, unità cinofile, almeno così mi hanno detto. Ho parlato con un ispettore e gli ho raccontato esattamente quello che avevo sentito".

Quante e quali armi hanno sparato quel pomeriggio? Nachat è stato trovato morto in un dirupo con il polmone destro perforato da un proiettile in gomma compatibile, ha stabilito l’autopsia, "con l’utilizzo di un fucile da caccia". Un sottufficiale dei carabinieri della Compagnia di Luino, che in quelle ore era in servizio nella zona insieme con due colleghi, è iscritto nel registro degli indagati della Procura di Varese. L’ipotesi di reato è omicidio. Un fucile da caccia. Ma sul fondo stradale della Provinciale 7, già nella serata di venerdì, erano stati trovati due bossoli di arma corta. La nitida testimonianza di Luca Forma su due sequenze di colpi, con tonalità diverse, rafforza la domanda: quante e quali armi hanno fatto fuoco nella boscaglia, a Sant’Antonio di Castelveccana?