A giugno l’ampliamento di Cargo city previsto nel Masterplan 2035 di Malpensa veniva bocciato dal ministero dell’Ambiente. Ma l’emendamento approvato pochi giorni fa dalla Camera dei Deputati ha rimesso tutto in gioco, riaprendo spiragli per lo sviluppo aeroportuale. Una novità che trova contrari chi da anni si batte in difesa della brughiera.
La Rete Comitati Malpensa ha quindi preso carta e penna per rivolgersi direttamente al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Nella missiva si sottolinea l’eccezionalità del passaggio dei giorni scorsi. "Mai è accaduto nella storia repubblicana che con un provvedimento legislativo si proponga di revocare un provvedimento amministrativo complesso come il Decreto di compatibilità ambientale emesso dal ministro dell’Ambiente, provvedimento normato da disposizioni derivanti dal diritto comunitario che l’Italia è tenuta a rispettare". Secondo i comitati tutto ciò sarebbe ingiustificato e arbitrario, in violazione della sentenza 1162020 della Corte Costituzionale.
"La procedura si è conclusa positivamente per il proponente - scrivono i comitati a Mattarella - con l’unica prescrizione che l’area cargo si debba espandere nelle aree già disponibili nel sedime, non al di fuori distruggendo 44 ettari di un’area naturalistica per cui è in corso il procedimento di inserimento tra i Siti di importanza comunitaria: tant’è che il proponente non ha proposto alcuna impugnazione avanti agli organi giurisdizionali nel termine assegnato".
La norma “ad Malpensam“, segnala la Rete, è stata inserita in un decreto legge con finalità differenti: quello della tutela della qualità dell’aria. "L’espansione dell’area cargo e l’aumento del traffico merci porterà con sé con tutta evidenza maggior inquinamento, comportando il passaggio di più velivoli e, una volta che le merci saranno sbarcate, il passaggio di più camion per portarle a destinazione".