ROBERTO CANALI
Cronaca

Busto, sparano al benzinaio: il fermato in lacrime davanti al giudice

Il bandito confessa ma tace sul complice

Il benzinaio Marco Lepri

Busto Arsizio (Varese), 24 luglio 2018 - Sono in leggero miglioramento le condizioni di Marco Lepri, il benzinaio di 40 anni ferito con tre colpi di pistola durante un tentativo di rapina appena fuori dalla sua casa di via Vizzolone di Sopra. Il titolare di due stazioni di servizio, al quale sono estratti due proiettili dalla gamba e uno dall’addome, resta ricoverato in terapia intensiva, nel reparto Rianimazione dell’ospedale di Legnano. I medici non hanno ancora sciolto la prognosi, ma Lepri è vigile e sulle sue condizioni aumenta l’ottimismo.

Intanto, l’uomo arrestato sabato con l’accusa di essere uno dei due aggressori, si è addossato la responsabilità degli spari. Maurizio Fattobene, 51 anni, canturino, una sfilza di accuse riguardo rapine ai distributori fra Nord della Lombardia e Canton Ticino, ha confessato nel corso dell’interrogatorio di convalida del fermo, effettuato ieri mattina al carcere Bassone di Como. «Non so neppure io perché ho sparato - ha detto al gip fra le lacrime, assistito dal suo avvocato Francesca Binaghi - mi sono fatto prendere dalla paura quando ho visto che metteva una mano nel marsupio. Ho fatto un sacco di rapine e non ho mai esploso un colpo. Non so davvero come sia potuto succedere, so solo io quanto ridarei per poter tornare indietro». Durante l’interrogatorio Fattobene - definito «criminale vecchio stampo» dal suo legale - ha voluto anche “inviare” idealmente un messaggio al benzinaio ferito. «Fattobene - spiega l’avvocato Binaghi - gli augura di riprendersi al più presto e continua a dire che vorrebbe anche risarcirlo, ma l’unica entrata certa che possiede è la pensione d’invalidità del padre. Purtroppo mi ha confidato che da quando è morto suo fratello Lorenzo, il 5 giugno scorso, non è più in sé. Adesso è preda dei rimorsi, non l’ho mai visto così scosso, continua a dire che non è un mostro».

Solo su un dettaglio il rapinatore ha voluto tacere. Il complice. Il secondo uomo dell’assalto, che gli uomini della squadra mobile di Varese, supportati dagli agenti del commissariato di Busto Arsizio, stanno ancora cercando. Un silenzio che gli inquirenti, consapevoli anche del profilo di Fattobene, si aspettavano. La loro strategia non cambia: lavorare sui contatti del primo indagato, andando a setacciare l’album di volti noti che hanno collaborato con il 51enne canturino nelle rapine che gli sono state contestate nel corso della sua carriera criminale. In questo sottobosco (aiutandosi anche con le immagini delle telecamere) gli investigatori sono convinti di poter trovare l’altro assalitore del benzinaio. Il gip, intanto, ha convalidato il fermo di Fattobene, che quindi resta in carcere.