Crollo fatale ad Albizzate: un indagato e l’ombra di una crepa

Ieri nuovo sopralluogo del pm con i periti. A palazzo di giustizia ascoltata una ventina di persone, fra i quali il proprietario dello stabile

Sopralluogo ad Albizzate

Sopralluogo ad Albizzate

Albizzate (Varese), 27 giugno 2020 - C’è almeno un indagato nell’inchiesta aperta in procura a Busto Arsizio per i capi d’accusa di omicidio colposo plurimo e disastro colposo, a seguito del crollo di una porzione di tettoia che, tre giorni fa, ha travolto e ucciso Fouzia Taoufiq e i suoi due figli Soulaymane di 5 anni e Yaoucut, di 15 mesi. Sulla sua identità, però, vige ancora il più stretto riserbo. Per formalizzare con maggiore completezza le accuse, a ogni modo, saranno necessari gli esiti delle relazioni dei periti, due ingegneri nominati dal pm Nadia Calcaterra per realizzare una consulenza su dinamica e cause del crollo.

Ieri il magistrato e i due professionisti incaricati, coadiuvati dai carabinieri a cui sono affidate le indagini, hanno effettuato un secondo sopralluogo tra le macerie di quel che resta del cornicione crollato, una lastra di cemento armato lunga oltre 70 metri, che si è portata via la vita di una mamma e dei suoi due bambini. Il giallo, oggi, ruota attorno alla testimonianza di uno dei dipendenti delle attività interne allo stabile di via Marconi, il quale ha raccontato agli inquirenti di aver visto una crepa su un lato della parete perimetrale esterna della struttura e di averlo segnalato, pochi giorni prima della tragedia. Il fatto, se fosse accertato, metterebbe la proprietà sotto esame, anche se al momento restano in piedi tutte le ipotesi, dal cedimento strutturale provocato da un possibile difetto di costruzione all’origine ai mancati manutenzione o intervento tempestivo (pista, quest’ultima, che la segnalazione della crepa potrebbe avvalorare).

Il proprietario dell’edificio, un imprenditore della zona, del resto, è stato già convocato e sentito dagli inquirenti a palazzo di giustizia come testimone. Oltre a lui sono già state ascoltate oltre venti persone, tra cui coloro che erano presenti al momento della tragedia, incluso il sindaco, Mirko Zorzo, scampato al crollo per miracolo e i lavoratori delle attività commerciali interne all’area. Gli inquirenti stanno anche lavorando per identificare tutti coloro che, materialmente, hanno partecipato alla riqualificazione dell’ex cotonificio a fine anni ‘90.

Da loro potranno arrivare elementi utili su progetto ed esecuzione, informazioni necessarie a completare il fascicolo per un’indagine che, nonostante il primo riscontro di ieri, si presenta ancora lunga e articolata. Intanto si attende anche l’esito delle autopsie sui corpi delle tre vittime, fissata per i primi giorni di settimana prossima. L’esame sulle salme darà sicuramente altre indicazioni preziose. L’iscrizione del nome di una persona nel registro delle notizie di reato, per altro, può essere interpretata anche come gesto a sua tutela, dato che da indagato può nominare un consulente perché partecipi all’autopsia. Al termine degli accertamenti il pm darà il via libera alla tumulazione della 38enne marocchina e dei suoi due bimbi.