
Alexis Saelemaekers in uno dei più recenti allenamenti a Milanello contrastato dal giovane rossonero Alejandro Jimenez
Milano-Bologna, andata e ritorno. Milano-Roma, altra andata e altro ritorno. Ma ora, per Alexis Saelmaekers, è tempo di "rimanere e fare qualcosa di grande", le parole del 26enne nel giorno del primo allenamento stagionale. Perché Massimiliano Allegri vuole giocarsi la carta che porta dritto per dritto al belga: il jolly. Paulo Fonseca, un estate fa, aveva espresso lo stesso desiderio, pubblicamente: "Nessun dubbio che Alexis debba rimanere, per me. Mi piace molto, è un calciatore che gioca per la squadra, sa fare molte cose diverse, lavora tanto a centrocampo". Tanto che il portoghese lo aveva utilizzato parecchio, nelle amichevoli, nella tournée a stelle e strisce, persino all’esordio in campionato, nel ruolo di terzino sinistro, a ricoprire le zolle di un Theo Hernandez non ancora in condizione.
Poi, però, Tammy Abraham dal giallorosso al rossonero e il duttile esterno a fare il percorso inverso. "Lo vogliamo tenere, si è ambientato benissimo": Claudio Ranieri dixit, già a fine dicembre scorso. Approcci nel mercato invernale: tutto rimandato. E saltato. Nel giorno dell’insediamento a Casa Milan di Igli Tare, infatti, incontro con la dirigenza romanista: questione chiusa. Chiusa dopo una stagione da tutto fare, da quinto di centrocampo, ma anche da trequartista: "Si trova a meraviglia con Dybala", aveva commentato Ranieri. Poi l’infortunio dell’argentino, la crescita di Soulé e qualche presenza in meno: tuttavia, stagione chiusa con 7 gol e altrettanti assist tra campionato, Europa League e Coppa Italia. Con l’allora direttore sportivo della Roma Florent Ghisolfi che aveva continuato a battere sullo stesso tasto: "Giocatore importante in campo e fuori, puntiamo a tenerlo".
Stessa idea del Milan: di fatto, il primo acquisto del nuovo corso. Vice Pulisic, oppure terzino alla bisogna: "Mi sento a mio agio ovunque", aveva detto in passato. Frase presa alla lettera dai suoi allenatori. In rossonero, il Milan di Pioli e dello scudetto a sinistra spingeva con la “Theao” dei tempi migliori, mentre a destra puntava su bilanciamento ed equilibrio anche grazie al belga. Non un titolarissimo, ma a conti fatti il decimo giocatore più schierato della rosa di allora. Jolly anche nel Bologna di Thiago Motta tornato in Champions dopo 60 anni: 30 presenze, 4 gol e 3 assist, spesso da subentrato, prima dell’annata nella Capitale con il trittico panchinaro De Rossi-Juric-Ranieri, stagione nella quale ha ritrovato anche la maglia della nazionale belga (dal debutto nell’ottobre del 2020, un gol e un assist in 16 partite).
Ora, è tempo di rimanere nel club con cui è sotto contratto fino a giugno 2027. Idee chiarissime, fin dal primo giorno: "Sono contento di essere tornato, mi mancava il Milan. Ho fatto esperienza andando in prestito, sono cresciuto. Ora ho voglia di riprendermi qualcosa qui e spero di farlo insieme alla squadra".
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