
L’attento Strahinja Pavlovic contrasta. Giovanni Fabbian del Bologna
Un mese scarso, un taglio netto con il passato. Da colabrodo a bunker, il seme della rivoluzione targata Massimiliano Allegri è stato piantato in “primis“ nel pacchetto arretrato. Ferragosto era da poco alle spalle quando il suo vice, Marco Landucci, aveva mandato in archivio il 2-0 sul Bari in Coppa Italia chiarendo: "Abbiamo subito troppi tiri (6 totali, uno in porta, ndr)". Da allora a oggi, terza giornata di campionato, il Milan è la squadra che ha concesso meno conclusioni nello specchio di tutta la Serie A: la miseria di 5, nessuna contro il Bologna. È la seconda difesa, con 2 reti al passivo (una sola per Napoli e Roma). Reti incassate tutte con la Cremonese, quando Allegri tuonò: "Non percepiamo il pericolo: se in area siamo in 5 contro 3, non possiamo non prenderla noi la palla". Con i grigiorossi 3 tiri in porta subiti (e 2 reti), con il Lecce 2 tiri in porta subiti (e nessuna rete), col Bologna zero e zero: "Se vogliamo tornare in Champions bisogna prendere pochi gol, lo dicono i numeri da 25 anni".
Paulo Fonseca aveva infilato due clean sheets di fila a novembre e dicembre, ma sempre con una vittoria e un pari. Bis, in una sola occasione, per Sergio Conceiçao in febbraio. Allegri, ci è riuscito quasi al primo colpo, ereditando una difesa che negli ultimi tre anni è stata due volte la settima e una volta l’undicesima del campionato. Ed ereditando lo stesso pacchetto centrale dei portoghesi. Conceiçao aveva virato nel finale sulla difesa a tre Tomori-Gabbia-Pavlovic. Allegri, perso Reijnders e accolto Modric, ha aggiunto a Fofana un altro centrocampista: Loftus-Cheek, poi Rabiot. Con "quinti" diversi dal passato, ha abbassato il baricentro (quello di Italiano è stato mediamente più alto di quasi 6 metri) e alzato il livello di attenzione di tutta la squadra (obiettivo sempre mancato dai predecessori).
Non solo: contro il Bologna il Milan ha creato sei volte le occasioni degli avversari (12-2), concluso praticamente il triplo in totale (14-5) e in porta (5-0). Il tutto senza Leao, con Pulisic subentrato e Nkunku nemmeno a mezzo servizio. Sabato, tuttavia, dietro toccherà cambiare, visti i risentimenti muscolari per Pavlovic (flessore) e Maignan (polpaccio). Preoccupa soprattutto il portiere. Causa infortuni, il francese aveva saltato 8 partite nel 2023/2024, mentre nell’annata precedente, sempre per un problema al polpaccio, il conteggio era arrivato a 31 totali. A Udine ci sarà Terracciano, mentre martedì prossimo a San Siro contro il Lecce, in Coppa Italia, potrebbe esserci Torriani, su cui la società punta molto. In entrambe le sfide, non ci sarà Allegri: ancora una giornata di squalifica in Coppa Italia ereditata dal fine ciclo bianconero, una giornata di stop in campionato dopo l’espulsione di domenica (e 10mila euro di ammenda).
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